Ho cantato per anni, tanti, come se ne andasse della mia vita, un bisogno dell’Anima…eppure la mia voce, poverina, ha sempre faticato.

Ci sono, sapete, quei cantanti che per natura hanno una voce potente, squillante…ecco, io no.

Quando si fumava nei locali, ne uscivo spesso afona dopo una serata di chiacchiere, sempre con questa sensazione di nodo alla gola. Essi’ che non sono una che ha difficolta’ ad esprimersi, a dire cio’ che pensa. Insomma, a occhio e croce niente Vishuddha bloccato (il chakra della gola, legato alla capacita’ di comunicare). Eppure faticavo nell’emissione, parlata e cantata.

Il punto e’ che mi rivolgevo esclusivamente all’esterno.

La voce proiettata, che deve uscire, raggiungere gli altri, farsi sentire, e piu’ c’é rumore, piu’ diventa gridata, compressa, in un processo di tensioni muscolari e gestione errata del respiro di cui non ero minimamente consapevole e che mi hanno provocato edemi alle corde vocali.

Cosi’ ringrazio la logopedia che mi ha aiutata a guarire e soprattutto sono grata di aver incontrato il Modello di Fisiologia Vocale Lichtenberger® di Gisela Rohmert*.

La signora Rohmert e’ una cantante lirica, una ricercatrice, una docente universitaria, una persona illuminata, che, come in ogni bella favola, vive ai margini del bosco, in una splendida valle non lontana da Francoforte.

Per quel che mi riguarda, potrei dire che il lavoro dell’Istituto che dirige ha spostato il paradigma di ricerca e sperimentazione canora, rivolgendolo verso il nostro Interno.

Come posso spiegarlo?

Si tratta di imparare a percepire la vibrazione della voce nel proprio corpo, seguirne i desideri, le esigenze fisiologiche, le aree di risonanza, i distretti muscolari che tengono e quelli che possono lasciar andare.

E ancora di ricercare la qualita’ di vibrazione non soltanto delle cavita’ di risonanza, come tanti metodi insegnano. Sapete, non vibrano soltanto gli spazi vuoti del nostro corpo, ma anche i tessuti: ossa, muscoli, nel loro intricato e iperconnesso labirinto di catene, costrittori ed elevatori. E soprattutto vibra la muscosa, che ricopre tutto il tratto vocale. E la fascia, il tessuto connettivo che riveste muscoli e ossa, portando in giro il nostro suono per il corpo con la potenza di un colpo ben assestato di Gong e allo stesso tempo la finezza di un battito d’ali di farfalla.

Un mondo... un mondo di pro-priocezione, esplorazione di ogni nostro organo sensoriale e di come si connette al suono, oh si, il suono non reagisce soltanto alle stimolazioni del nostro orecchio, ma anche al tatto, alla vista, all’olfatto e al gusto.

C’e’ poi la questione neuronale: il sistema nervoso autonomo simpatico, che tende a far scattare lo stato di allerta nel nostro corpo, per atavici istinti di sopravvivenza, spesso anche quando ci apprestiamo alla performance canora. Si mette ahime’ di mezzo, con tensioni muscolari involontarie che impediscono al suono di propagarsi libero in noi.

Sapendolo, possiamo grazie a questo Modello, dedicarci a ricercare uno stato di quiete attiva, ricettiva, sensoriale, tonica e allo stesso tempo fluida del nostro corpo, che favorisca la liberta’ della voce. Detto cosi’ magari vi pare fantascienza, ma come direbbe il grande Jene Wilder in Frankenstein Junior: “Si puo’ fare!”

Tutto cio’ viene insegnato al Lichtenberger Institut (sempre ai margini del bosco, dove vive la signora Rohmert), attraverso meravigliose conferenze di anatomia, fisiologia, ergonomia del suono, acustica, ma sopratutto con preziose pratiche sensoriali di ogni genere, che rendono ogni settimana della formazione un’esperienza quasi trascendentale.

Mi spiego.

In primo luogo al ritorno nella grande citta’ i sensi sono cosi’ acuiti che si odia piu’ o meno ogni rumore che supera quello del fruscio del vento tra i petali di un fiorellino di campo…

Ma la questione e’ ben piu’ grande. Si tratta di un lavoro che si porta dietro implicazioni sulla scoperta di Se’.

Liberare la nostra voce e’ una faccenda potente, energeticamente. I miei studi di Yoga del Suono, condotti parallelamente a quelli del Modello Lichtenberger®, me lo hanno ben chiarito.

Secondo i testi sacri dell’illuminata tradizione Indiana, l’intero cosmo e’ costituito da vibrazioni, cosi’ anche gli esseri umani. E nelle pratiche di Nada Yoga (yoga del suono) la voce e’ in grado di scorrere lungo il nostro canale energetico principale, la Sushumna, liberare e trasformare i nostri stati emotivi, i blocchi energetici per chi vuole chiamarli cosi’… dalle mie parti si dice “canta che ti passa” con una sintesi alquanto riduttiva, ma sulla saggezza popolare non si discute. In ogni parte del mondo.

Dunque, dicevamo inizialmente, il punto e’ il cambio di paradigma: rivolgersi all’Interno, e scoprire l’immensita’ di questo mondo sommerso, usando la voce come strumento, canale privilegiato.

Questo ha cambiato la mia vita.

E’ cambiato il mio modo di insegnare a cantare, prendendo in carico un percorso di esplorazione con l’allievo, conducendolo per mano all’interno del proprio risuonare, mettendo il repertorio al servizio della voce e non il contrario, come spesso accade…

E’ cambiato Il mio modo di ascoltare e comprendere i processi legati alla fonazione e il suo magnifico autoregolarsi, quando la volonta’ muscolare del fare cede il passo alla magia del ricevere il suono.

E’ diventato piu’ profondo e consapevole il rapporto che ho con il mio corpo, come si modifica quando e’ preda degli stati emotivi. Ora conosco piu’ vie per ricercare l’omeostasi e la tranquillita’.

E’ mutato, almeno in buona parte, il mio modo di comunicare con gli altri. Piu’ in contatto con il mio Interno. Il che’ ha avuto delle implicazioni sulla comprensione delle mie emozioni e di quelle delle persone con cui mi relaziono.

Che altro? …ah si …canto anche meglio!

Amanda Tosoni

www.amandacantoeyoga.it

* Il Modello Lichtenberger nasce a partire dagli anni Ottanta. Walter Rohmert, docente universitario e ingegnere presso l’Istituto di Ergonomia del Politecnico di Darmstadt, ed un team di ricercatori hanno accompagnato Gisela Rohmert nella ricerca scientifica sperimentale relativa ai problemi di sovrapposizione dei diversi sistemi operanti nel cantante e negli strumentisti. La ricerca ha avuto luogo per anni presso l’Universita’ di Darmstadt, e’ proseguita presso il Lichtemberger Insitut ed e’ tuttora in corso.

Per ogni ulteriore informazione : https://www.lichtenberger-institut.de

Photo by Joshua J. Cotten

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