Non sono più interessata a nessuna forma di spiritualità, ad alcun percorso di crescita personale, a mentori, coach, guaritori, maestri spirituali o attivisti il cui lavoro, sostanzialmente, non guidi le loro comunità a rigenerare una relazione responsabile e di cura con la Terra.

L’interminabile ricerca dell’autorealizzazione, del proprio ruolo da mostrare, finalmente, al mondo, di un agire sì imprenditoriale ma radicato nella vocazione, mi sembrano tutti bypass che sono serviti solo a mantenerci dissociati da ciò che sta realmente accadendo.

Questo, che sta realmente accadendo, ci chiama ad abbandonare il culto della realizzazione individuale, che sia confusamente riproposta in ottica spirituale o meno, e a sporcarci le mani con gli indilazionabili e concreti problemi ambientali intorno a noi.

Il mondo muore mentre noi abbocchiamo all’ennesima voce carismatica, che ci dice come guarire una ulteriore parte ancora ferita in noi stessi. Muore mentre, imperterriti, perseguiamo una narcisistica autorealizzazione individuale.

Muore mentre carismatici mentori, coach, guaritori e maestri spirituali, guadagnano milioni con le loro piattaforme di auto-aiuto.

E certo, non dico di non lavorare sulla tua guarigione. Per favore fallo.

Ma se la mia guarigione rimane solo auto-referenziale e alla fine non rigenera la mia relazione con la Terra e con il mio lavoro per esserne parte, allora sono solo una vittima del consumismo della guarigione. E sto continuando a contribuire ai problemi che stanno distruggendo il pianeta”.

Adrianne Tamara Arachne

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