Un sabato sera di febbraio con alcune amiche abbiamo avuto la fortuna di essere invitate ad ascoltare un concerto in casa. Quella di Annika e Fabio è una delle antiche case di una piccola frazione sopra a Domodossola, costruita tra le montagne e con le montagne, tutta forte di pietra fuori e calda di legno e accoglienza dentro. È grande e siamo insieme ad una trentina di persone ma le Riciclette si esibiscono anche in case piccole e ovunque ci sía abbastanza calore da farle arrivare.
Prima del concerto si condivide il buffet fatto dai piatti portati da tutti e dopo il concerto si fa girare il cappello per raccogliere le offerte… e poi si continua finchè se ne ha voglia, tra cibo, vino, abbracci e sorrisi… dopo l’esibizione l’atmosfera è completamente cambiata e sembra di conoscere tutti i presenti.

Le Riciclette sono fortissime e anche i più timidi alla fine si sono lasciati andare nelle danze in cerchio. Alla fine del concerto in questa casa si percepisce una sostanza che ultimamente si stava facendo sempre più rara: il calore umano. Così si ritorna a sentirsi vivi e si sente che quella sensazione è data dall’essere di nuovo insieme, insieme in pace.

S – Quello che colpisce ascoltandovi è che siete Una, siete una forza positiva che si espande all’esterno… in poche ore siete state capaci di coinvolgere tutti i presenti con il fuoco genuino di un Cuore che è capace di condividere gioie e dolori… grinta e Presenza, ritmo e grande senso della musica, avete evocato e risvegliato in chi vi ha ascoltato tanti temi differenti ma tutti uniti da un senso di umanità e di comunità… Ci siete sembrate come quei missionari che si addentravano nella giungla per risvegliare cuori ignari o impauriti… un’opera audace e che richiede forza, e coraggio. Vi riconoscete in questa descrizione?
Vi ringraziamo molto per le parole che ci avete dedicato. La vostra descrizione avvalora il nostro impegno nel tentativo di rafforzare il senso di comunità e umanità attraverso un’esperienza musicale.

Della parola “missionari” non ci ritroviamo nel suo significato storico~ evangelizzante, piuttosto in quello della parola “ missione”, come compito personale che ha un valore, in linea con il cuore, che si delinea strada facendo, grazie anche ai riscontri a fine concerti.

S – Quanto spazio lasciate al Sentire e all’improvvisazione?

Ogni luogo che ci ospita è diverso, come la gente che vi si trova. Quando riusciamo a mescolarci al pubblico accade che ogni singolo sentire diventa collettivo ed amplia la consapevolezza di poter condividere il presente con altri e altre da noi. Prima di cominciare a suonare prepariamo la scaletta e ci dichiariamo a vicenda flessibili, cercando di essere attente a quello che percepiremo durante il concerto. Ci piace coinvolgere il pubblico ed assecondare il suo bisogno. Ad esempio se avvertiamo la necessità di
ballare, proviamo a dirigere il repertorio in quella direzione. Vi sono dei brani che si prestano a modifiche melodiche e vocali improvvisate che permettono una conversazione musicale con i partecipanti.

S – Da quanti anni lavorate insieme per raggiungere questo risultato e in che modi e tempi?

Suoniamo insieme dal 2015 e nasciamo come quintetto, ma Francesca si è trasferita in Germania e dal 2022 siamo in quattro. Da quando abbiamo cominciato è stato naturale incontrarsi per il piacere di suonare almeno una sera alla settimana, talvolta due. Abbiamo sempre avuto a disposizione nel corso di questi anni le nostre case o quelle delle nostre famiglie per fare musica, pertanto le prove non hanno una durata fissa, ma seguono finché c’è voglia ed energia. Abbiamo tutte altri lavori oltre alla musica, nella quale siamo autodidatte. In certi momenti è più impegnativo trovare il tempo per incontrarsi e non è sempre semplice avere continuità, ma ci impegniamo a darci sempre nuovi stimoli musicali, e ad affinare gli arrangiamenti secondo il nostro gusto e la nostra crescita personale. Ci è capitato di crearci da sole una piccola residenza creativa di più giorni per dedicarci a suonare senza limiti di tempo.

S – Che cosa vi ha spinto ad unirvi?

Siamo amiche e sorelle e andiamo d’accordo da prima di cominciare a suonare insieme. Abbiamo sempre avuto in comune la passione per la musica e solo poche di noi avevano avuto esperienze di band. Sentivamo di voler condividere in maniera più attiva la musica che ascoltavamo, provando a riprodurla per il piacere di passare piacevolmente il tempo tra di noi e con altre amiche e amici. Poi per gioco e con grande emozione abbiamo cominciato ad esibirci in pubblico, raccogliendo reazioni positive ed incoraggianti. In noi è allora cresciuto un sentimento di gratitudine per la possibilità di poter dare e ricevere calore, tanto da voler dare uno scopo ed una continuità al nostro progetto, concentrandoci principalmente sulla musica dal Sud, non solo per la provenienza geografica, ma anche per via di quel suo pulsare da dentro, dal profondo di noi e dal profondo del tempo che abitiamo questa Terra. Ci teniamo ad esprimere tutta la nostra riconoscenza per la famiglia di amici e amiche che ci ha sempre sostenute nella musica e spronate a diffondere quei valori che abbiamo sempre condiviso insieme.

S – Che cosa ha di speciale esibirsi in una casa privata piuttosto che in un luogo pubblico? Che cosa vi sta regalando questa esperienza, come vi sta trasformando, cosa vi sta insegnando?

Accogliere ospiti nella propria casa è un atto di bellezza e di fiducia non scontato, è aprire le proprie porte al nuovo, all’inaspettato. Nelle case è forse più facile avere l’opportunità di interessarsi all’altro con un ascolto attivo e intimo, sia tra i partecipanti, sia da parte di questi verso di noi.
Rispetto ai concerti amplificati in luoghi pubblici, durante le esibizioni in casa percepiamo un ascolto attento a tutto, alla presenza, ai ritmi, alle melodie, alle intonazioni e questo ci mette veramente a nudo, con pregi ed imperfezioni, dandoci motivo di migliorare o semplicemente di accettare come siamo. Ci piace oltrepassare quel confine che separa noi dal pubblico e i concerti in casa ce lo permettono più velocemente, ma siamo molto felici quando riusciamo a creare questa unione anche nei concerti pubblici dove invece a volte c’è più dispersione. La cura che gli ospitanti hanno nell’accogliere noi e gli altri ospiti in casa per il piacere di offrire un centro attorno al quale riunirsi, ravviva la fiducia nelle qualità dell’essere umano, nella capacità di sapersi auto organizzare per creare momenti di divertimento.

S – Parlando dell’offerta libera di denaro avete qualche cosa da condividere come esperienza di questa modalità?

La nostra modalità è quella dell’offerta libera e consapevole. Mettendo a disposizione la nostra arte senza imporre un costo fisso riceviamo quello che realmente la gente sente di poter dare in quella particolare
situazione, avviando uno scambio sincero che oltrepassa ancora una volta un confine imposto dall’esterno.

S – Oltre al coinvolgimento emotivo del pubblico, riuscite a sbloccarlo anche su questo piano? Siete soddisfatte di quello che trovate nel cappello?

Rispetto alle donazioni ci poniamo in un atteggiamento di fiducia. Fino ad ora siamo sempre state soddisfatte di ciò che abbiamo ricevuto anche in relazione al numero di persone presenti durante i concerti in casa.

S – Avete qualche progetto per l’estate?
Sì: Suonare, suonare, suonare! Abbiamo già diverse proposte di concerti e speriamo ne arrivino altre. In estate ci piace molto anche suonare in strada cogliendo così l’occasione di visitare altri luoghi.

Ritmo del cuore e condivisione… seguiamole e a organizziamoci per invitarle, per aiutare a far vibrare la loro bella energia.

Qui un link che aiuta: https://youtube.com/@riciclette

 

Intervista realizzata da

Serena Folco

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