Una nuova stagione di dialogo sta iniziando a sanare la profonda divisione generatasi negli ultimi secoli tra le scienze occidentali fondate sull’osservazione presunta “oggettiva”, le tecnologie meccaniche, la misurabilità e riproducibilità dell’esperienza e le tradizioni ancestrali in cui l’uomo è percepito come parte integrante della natura e del cosmo.

Lo sciamanesimo, termine di origine antropologica che sta ad indicare l’insieme di radici culturali umane antecedenti al medio Paleolitico, dalle quali hanno avuto origine i culti, le religioni e le odierne investigazioni della natura della realtà, permette oggi alle scienze moderne di riplasmarsi, “assumere una forma nuova” esplorando territori ancora misteriosi ma ricchi di tracce aurifere, sugli ulteriori potenziali dell’essere umano.

Presentiamo dalla piattaforma multidisciplinare open access Cogent Psychology l’articolo di Pierre Flor-Henry, Yakov Shapiro e Corine Sombrun su:

Cambiamenti che avvengono nel cervello umano durante una transe sciamanica: modalità alterate di coscienza, lateralità emisferica e psicobiologia sistemica“.

Si tratta del primo studio neurofisiologico su un soggetto sano, Corine Sombrun,  prima donna occidentale ad essere stata iniziata alla tradizione sciamanica mongola.

Sombrun Corine ed Enkhetuya c B Kernel

Pierre Flor-Henry è un esperto internazionale di neuroscienze e EEG spectral imaging con più di 120 pubblicazioni scientifiche in questi ambiti, Yakov Shapiro è specializzato in Psicoterapia e insegna Psichiatria Evoluzionistica, Neuroscienze della Psicoterapia e Psicobiologia dell’esperienza interiore all’Università di Alberta in Canada.

Gli autori affermano che all’interno di un particolare gruppo sociale, gli stati alterati di coscienza possono essere percepiti sia come patologici che come benefici, per cui essi non possono essere compresi in modo isolato dal loro contesto sociale e culturale.

Scrivono inoltre che la neuroplasticità del cervello è contemporaneamente influenzata sia dall’esperienza soggettiva che da quella culturale, permettendo di concettualizzare una nuova disciplina emergente, la Neuroantropologia.

Danno spazio sia alla prospettiva soggettiva della Sombrun che ai dati rilevati con le tecnologie di neuro imaging, “per rivelare i reali correlati neurali degli stati della mente, le prospettive in prima e terza persona devono essere collegate l’una all’altra, risultando nella sistemica ‘scienza dell’esperienza’…” Northoff and Heinzel (2006a).

Appoggiano le nuove stimolanti tesi emergenti quando adducono che il concetto delle neuroscienze in prima persona potrebbe essere esteso ad incorporare la Psicobiologia Sistemica (Shapiro & Scott, in pubblicazione), nella quale il cervello/mente è visto come un sistema dinamico, non lineare e con proprietà estese su più livelli.

Per l’ambito accademico al quale la piattaforma Cogent Psychology si rivolge questo articolo sembra ribadire il recente spostamento del focus delle principali scuole psicoterapiche occidentali da un approccio prevalentemente verbale ad uno più esperienziale, non lineare.
                                                                                                                                       
                                                                                                                                                       Jerry Diamanti
(N.d.A. Per leggere l’articolo in inglese basta semplicemente cliccare sul titolo in neretto)

 

 

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