Muoviti

                                                                    Vai

                                                                    Beato è colui che parte

Una nitida giornata di sole

Il cielo un grande schermo pulito

All’improvviso, evocati dal nulla, gruppi di stormi segnano l’orizzonte, guidati da traiettorie mutevoli e precise.

Si spostano, insieme, e i loro disegni nell’aria paiono proprio frutto di un’intenzione preparata da tempo.

Si muovono per andare!?

 

Se sì, dove!?

O semplicemente si muovono…

Questi come altri tracciati di volo sono segni che ci indicano gli spostamenti necessari alla vita, da sempre.

Che accompagni stormi, altri volatili nel loro migrare, piccole o grandi mandrie, gruppi di umani, restano il veicolo motore del cambiamento, di ogni cambiamento.

Tracciati di percorrenza

L’andare

La relazione dell’essere umano con il mondo necessita la sua quotidianità nel tempo e proprio il movimento ci avvicina al cogliere nei segni, nei tracciati di ogni migrazione, spostamento, una lettura del fluire della vita stessa.

E forse è ben così che abbiamo imparato a descrivere il tempo e le azioni nel tempo, chiamandolo, definendolo,

imbrigliandolo facilmente in rotte comuni e spesso strette.

Aggiungendo a questo anche lo spazio, limitandolo a geografie fatte di racconti, storie mutevoli, storia.

La storia si ma come ce la siamo immaginata e come ci è stata descritta non avendone memoria.

Questo ritmo del nostro muoverci, muoversi, come per il volo, disegna una mappa precisa del procedere  della

Umanità.

Ed ogni nostro muoversi umano è stato ed ancora è un pellegrinaggio di ricerca del nuovo da scoprire.

Un Atlante, work in progress verso la scoperta di se, strettamente legato all’ambiente, alla Natura e ai suoi

continui inarrestabili cambiamenti.

Ridisegnando così sempre nuovi spazi fermati nel tempo lungo linee, diagrammi, geometrie del divenire e

dell’essere.

La storia dell’Umanità è una storia di spostamenti, migrazioni.

Nomadismo che ha lasciato e ancora lascia dietro se presenza che si è fatta cultura, tradizione, sosta, riparo,

casa.

Un cammino segnato da nobiltà e sapienza, equilibrio, cooperazione come possesso, sopruso, violenza, barbarie.

Così in alto così in basso….parafrasando

La natura e le sue incursioni: terremoti, maremoti, cataclismi, eruzioni, glaciazioni, guerre, progresso ha sempre

creato continue nuove architetture per percorrenza in movimento, spingendo gli umani e ogni altra creatura,

alla ricerca di luoghi più stabili, fermi, capaci di accoglienza e nutrimento, sicurezza, riparo.

Adattandosi, scappando, restando, migrando, costruendo altre storie.

Talvolta in modo composto, talvolta in modo scomposto.

Creando, comunque, sempre, altrettante nuove geografie e forme della Creazione.

Tutto questo ha altresì generato scambi, informazioni, clan, strutture, gruppi.

Socialità e gerarchie stabilite per ri-conoscersi e potersi “ripetere”.

Ma noi siamo anche ciò che ci viene incontro e lanciare i nostri sguardi all’indietro, verso il passato, non ci porta

a capire.

Capire è stare nello spazio nuovo che si abita ora, capaci di adattarsi seguendo con attenzione e rispetto i

movimenti della Natura che siamo, insieme, fuori e dentro noi.

 

“I movimenti del tempo sono appesi nello spazio come lenzuola, come schermi sui quali viene proiettato

un certo momento e il mondo è formato da noi, menti mobili…e così saltiamo dall’una all’altra.

Anche noi, come la tartaruga nel paradosso di Zenone, non andiamo da nessuna parte.

O ci ripetiamo immaginando di continuare altro già costruito in modo finito.

Vaghiamo appena all’interno del momento mentre spazi infiniti ci separano da noi medesimi.

E così  accade per lo spazio…siamo tutti ugualmente distanti dall’infinito, non esiste nessun da qualche parte e nulla

è realmente ancorato a un tempo e a un luogo”

                                                                                                                     Olga Tokarczuk

Difficile cogliere l’essenza negando un tempo-spazio lineare fatto di secolari migrazioni e cambiamenti!

E’ stato, è e ancora accade e accadrà.

Così la storia ci insegna e l’archeologia ci passa il testimone.

Il pianeta che siamo e la Creazione, che siamo, continuano e continueranno a muoversi, trasformarsi, cercando

forme nuove capaci di resistere e adattarsi, seguendo quel fluire proprio alla Via dell’Acqua, fluida e memore di essere

non solo goccia ma Oceano.

Creazione-mantenimento. dissoluzione

E Trasformazione continua, incessante

Siamo testimoni dalla comparsa del pianeta terra di esseri che hanno già conquistato tutto, i continenti e la maggior

parte della vecchia ecologia.

Questi esseri si sono sempre spostati su grandi distanze da sempre. Intere mandrie, nomadi del deserto.

Ecco che allora l’instabilità, l’inaffidabilità, la fluidità delle forme in divenire, l’incertezza stessa delle “generazioni”

suona possibilità futura di cambiamento e novità nel Nuovo che avanza.

Fluidità, mobilità.

Noi, nuovi pellegrini, ci spostiamo ora in un unica fila, un po increduli e perplessi su quale sia la direzione.

Abbiamo perso la bussola…

L’intuizione, la voce dell’intuito che è parte stessa del processo della Creazione.

Quella che fa muovere gli stormi in volo rapido e aggraziato, all’improvviso, così come muove gli astri, le galassie, le

maree e il loro “sacro”

Così come le linee infinite dei diagrammi del nostro migrare, pellegrinare, scorrere nel tempo, nei tempi

All’infinito…

Chissà, forse. magari potremmo ritrovare quel senso del “sacro” misterioso e non adattabile a confini umani, in un

nuovo nomadismo, migrando n forme compiute di unità. cooperazione, scambio, rispetto, integrità, dignità

Gli uni verso gli altri

Sabina Cesaroni

sabina_cesaroni@yahoo.it

 

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