Daniel Zanin lo abbiamo incontrato a due passi dal fiume Stella, in Friuli, presso l’Ecovillaggio “Gaia Terra”. Passava di lì per salutare alcuni suoi amici e portare il suo cuore sotto forma di racconti, poesie e musica. Eravamo nudi ad asciugarci al sole. Essere nudi insieme a persone che non si conoscono a volte rende le relazioni più semplici e chiare.
Nella curiosità, fra un canto e l’altro e nel prenderci cura con morbidezza di una ragazza che aveva dolori da sangue mestruale, mi son fatta raccontare da Daniel, DenDen, cosa lo anima con così tanta passione.
Nadeshwari – “Della mia non identificata generazione”, la tua prima pubblicazione fatta di poesie, racconti brevi e pensieri. Cosa ti ha portato a scegliere questo titolo?
Daniele – Il titolo deriva da alcune riflessioni che nel corso degli anni ho avuto modo di sviluppare e studiare.
Mi sono chiesto: Noi umani, alienati da un sistema che ci fa correre all’impazzata, che ci spinge ad un individualismo separativo ove gli unici modelli di vita che propone hanno l’obiettivo di sradicare il nostro essere dalla Natura, un sistema che si nutre di odio e di sofferenza, in cui il tempo è scandito dal solo ticchettio dell’orologio che ci vuole puntuali ai mille appuntamenti di lavoro e responsabilità, dove l’arte è mercificata nelle gallerie, distrutta dalla pubblicità, stuprata dalle nuove tecnologie e vetrine…
Che ne sarà di noi poveracci con mille speranze, passioni e ambizioni?
Questo libro vuole proprio dar voce a chi non ne ha, ha lo scopo di creare rete per poter spingerci assieme verso un mondo migliore; per lasciare un segno, anche piccolo, nel vuoto cosmico del ventunesimo secolo, per ispirare quante più persone possibili ad iniziare ad esprimersi senza regola alcuna perché: chi può dire cos’è l’arte, se non chi vibra e si commuove davanti ad essa?
Il titolo deriva dalla mia difficoltà nell’identificare i tratti che compongono la mia generazione.
Nel 2020 stavo viaggiando in Australia con una macchina da scrivere, un portatile e uno scanner da dieci dollari, quando ho iniziato a stendere il libro “Della Mia Non Identificata Generazione”. Mi ha spinto a farlo l’immensità di scritti che nel corso degli anni continuavo ad accumulare come fogli volanti, che talvolta pure perdevo. Avevo necessità di pubblicare per poter toccare con mano qualcosa di concreto.
Ho voluto farlo combinando alcuni di essi con le illustrazioni di più di 30 artisti dopo aver fatto girare una “call for artists”.
Mi aspettavo mi scrivessero in cinque/sei amici, ma in quei giorni ho ricevuto quasi quaranta e-mail: subito non sapevo come gestire la cosa essendo dall’altra parte del globo, quello che sapevo di per certo è che non volevo dire di no a nessuno.
E così è stato, nel Dicembre 2021 con tutto il materiale necessario, ritornato in Italia terminai l’impaginazione e inviai tutto in stampa.
Una spinta emozionale grande me l’ha data pure Olmo Losca, un poeta sociale toscano che non finirò mai di ringraziare per aver scritto la prefazione.
A breve, a quasi due anni dalla pubblicazione, con l’aiuto di una cara amica, il libro verrà ristampato in un altro formato con un design del tutto nuovo.
Che la nostra sia una generazione fatta di colori, una generazione che prende vita e resiste come una piccola ed esile pianta che spacca il duro strato d’asfalto nero sopra di sé per potersi svelare alla luce del Sole.
Nadeshwari – Ma la scrittura non è il tuo unico canale, infatti ti porti al mondo anche attraverso la musica. Mi riconosco molto nella tua poliedricità così creativa. Avere un fuoco tale che brucia dentro che non può far altro che esprimersi in relazione con se e con chi s’incontra… Raccontami del tuo ultimo album.
Per raccontare del mio primo album da solista “Fuoco”, devo pure allacciarmi al racconto breve illustrato “Formiche”, in quanto li ho pensati assieme e pubblicati lo stesso giorno.
Da tempo ormai stavo cercando un modo che mi spingesse a suonare da solo un repertorio di canzoni autentiche cantautorate che andassero ad intrecciarsi con gli scritti in maniera non banale ma ben pensata e strutturata: questa pubblicazione mi ha permesso di sviluppare praticamente l’idea. Col mio gruppo suono da dodici anni ormai e siamo in quattro, ognuno di noi ha i suoi impegni, c’è chi studia, chi lavora, chi viaggia… Ed è diventato veramente difficile incastrarsi per suonare, si suona sì ma non con la stessa frequenza di quando eravamo adolescenti spensierati. Si suona molto di meno, si suona con un altro approccio. Con questo non voglio eludere che non sia importante per noi continuare. È bellissimo e toccante. Ma non è più come prima.
Il gruppo è in secondo piano rispetto alle nostre vite, ed è giusto così perché abbiamo tutti diverse aspirazioni.
Per questo ho voluto creare qualcosa che potesse mettersi sopra alla mia vita, sopra di me: continuando a crederci, per aver qualcosa per cui svegliarmi felice la mattina, contento di vivere la giornata, desideroso di scoprire cos’ha in serbo per me.
Nell’inverno a cavallo tra il 2022 e il 2023, dopo due mesi di depressione, ho deciso di andar in Olanda in camper per alzarmi qualche soldo per la stampa e la pubblicazione del racconto breve illustrato “Formiche”. In camper ho tirato su un piccolo studio di registrazione e, nei momenti di solitudine, in quelle poche giornate in cui non mi si gelavano le dita delle mani per il freddo, ho iniziato a comporre alcuni nuovi pezzi cantautorati. All’inizio non mi aveva neppure sfiorato l’idea di registrare un album di 11 tracce, ma alla fine dei cinque mesi di permanenza a Maastricht e dopo aver vissuto qualche mese in uno squat in centro, mi passò per la testa questa pazzia.
Con già la data fissata in Italia per la presentazione del racconto breve appena un mese e mezzo dopo, mi misi all’opera. Per farlo avevo bisogno di una chitarra classica amplificabile con un suono caldo.
Così addocchiai una Contreras spagnola del ’75 abbastanza vissuta e andai a provarla.
Mia!
La mattina dopo ero già diretto verso il mar del Nord, non so perché, ma mi ispirava come posto dalle mappe.
Mi avrebbero aspettato quattro giorni intensi di registrazione alla mercé di imprevisti e interperie: tendinite alla mano, vento, pioggia e grandine (che i microfoni in camper hanno in parte captato) e per finire pure me stesso contro, nel senso che è difficile gestire il proprio giudizio critico quando si registra da soli.
Ma tutto bene.
Ero diretto a Berlino e le registrazioni dell’album erano ormai concluse e già in fase di mix e mastering a cura di un caro amico in Italia.
Avrei potuto dilungarmi di meno? Si forse!
Arriviamo al punto!
Ogni brano di “Fuoco” tratta un tema contenuto in “Formiche”.
Le due opere si legano facendo si che quella storia immaginaria delle formiche che scoprono come appiccare gli incendi, non stia solo stampata entro le pagine di un libro ma che prenda in qualche modo vita propria tramite la musica e l’illustrazione.
Il brano “Fantasmi” è il singolo che ho scelto di pubblicare per annunciare con un mese d’anticipo l’uscita di “Fuoco”, e può essere ascoltato cliccando sul link qui sotto:
Fantasmi
Nadeshwari – Ci separa qualche anno, e già percepisco un’interessante e curioso abisso nel modo di relazionarci, di percepire la vita e i dubbi. In che modo senti che stai continuando a tessere ciò che hanno iniziato le generazioni prima di te? Che cosa di quel che hanno fatto ringrazieresti?
Daniel – Beh, io cerco di portare avanti al meglio delle mie possibilità pensieri ed idee che non son di certo nuovi, che secondo la mia sensibilità aiutano a diffondere pratiche che un giorno spero possano liberare l’umanità dalla schiavitù che si è auto-indotta.
Ringrazio tutti gli artisti, scrittori, pensatori, rivoluzionari e saggi che nel passato, tramite opere immortali, hanno permesso al mio essere di aprire finalmente le porte della percezione per poter concretamente credere che un Mondo Nuovo sia un sogno tangibile e non più solo mera utopia.
Nadeshwari – Questo tuo speciale desiderio di fare rete ti ha portato a co-creare il progetto Nova Nomade, una comunità artistica itinerante, che vive uno spazio in natura, condivide idee e possibilità altre di “fare comunità” che è un pò l’intento dei gatherings che proponiamo con Matrika in luoghi itineranti.
E dove e come possono unirsi le persone?
Daniel – Le persone possono unirsi ovunque, per questo siamo viandanti noi: per dimostrare a tutti il fatto che non è un posto a crear bellezza, ma è la partecipazione attiva e il mettersi in gioco verso un obiettivo comune che crea la situazione giusta e il terreno fertile per poter relazionarsi al meglio con la nostra natura e con chi ci circonda.
Certi luoghi si dice siano magici, può essere, ma credo che lo siano diventati per le genti che li hanno abitati più che per pura struttura fisica. Quindi non disperate, voi, quando vi sgomberano da uno spazio sociale, anzi formate un nuovo collettivo, che la libertà non ha confini e come dice il buon vecchio Gaber, la libertà è partecipazione.
Intervista a cura di Nadeshwari Joythimayananda
BIO DANIEL ZANIN
Nato il 26 Aprile del ’95, cresce a Sarcedo, un piccolo paese dell’Alto Vicentino.
Nel 2011 il giovane chitarrista si improvvisa pure cantante e fonda assieme al suo migliore amico i WildSheep, gruppo Hardcore Punk che lo accompagnerà fino ad oggi.
Presto si approccia all’anarchismo e alla cultura D.I.Y. partecipando attivamente in collettivi e organizzando concerti.
Negli anni ha avuto modo di viaggiare la Nuova Zelanda, l’Australia e parte dell’Europa. Ora vive in camper, organizza eventi e laboratori con Nova Nomade, e porta avanti un progetto solista indipendente che lega la musica con la scrittura in flusso di coscieza e l’illustrazione.
PRESENTAZIONE NOVA NOMADE
Nova Nomade è un fenomeno artistico itinerante che nasce dall’urgenza di vivere dinamiche e prospettive di vita comunitaria.
L’ obiettivo primario è di creare un terreno fertile dove poter coltivare se stessi, con iniziative sociali che abbracciano ogni tipo di espressività, prendendo una posizione che offre spazio allo sviluppo delle qualità umane.
Nova Nomade agita il presente e invita alla collaborazione, alla cooperazione e alla partecipazione attiva dei singoli, strizzando l’occhio ad un futuro che sembrava immaginario, ma che invece diventa sempre più concreto.
Links:
Per supportare l’artista, le opere possono essere acquistate al sito:
Per tenersi aggiornati sugli eventi e gli spostamenti di Nova Nomade:
IG: @nova.nomade
TELEGRAM: NOVA NOMADE Community https://t.me/+m97B7ugnV2QwZjZk