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by Jerry Diamanti

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MATRIKA  CONSCIUOSNESS DEVELOPMENT

“ESSERE COSCIENZA” – Gathering 2019

Il Cielo e la Montagna nell’acqua che bevi, la luce di una stella, il Sole, nel cibo di cui ti nutri o l’intero Universo nell’aria che respiri…Tutto è coscienza.

Cosa accade quando la ricchezza delle infinite culture del pianeta, le singole categorie di conoscenza, le scienze, i saperi ancestrali custoditi dai popoli nativi, le tradizioni sapienziali e l’esperienza soggettiva di ognuno di noi entrano in contatto?

Matrika è’ proprio questo: una qualità, una disposizione d’animo, uno spazio di dialogo dedicato alle intelligenze e i cuori del nuovo millennio. Donne e uomini disposti a raccogliere l’eredità intera dell’essere umano e svilupparla attraverso una visione interdisciplinare aperta, organica, transculturale.

Così come i circuiti neurali della fisiologia che incarniamo sono plasmati dall’esperienza, altrettanto gli incontri, i convivi e gli scambi empatici tra individui e comunità possono creare connessione a più ampi livelli generando in noi integrazione e sviluppo di consapevolezza.

Nel verde della Toscana, tra le antiche mura, i giardini e i frutteti della Mausolea, da secoli luogo d’incontro tra spiritualità e vita mondana, festeggiamo cinque anni di un’esperienza di condivisione che ha origine dalle caratteristiche profondamente sociali della specie umana ed è ispirata dalla comprensione della natura sistemica ed interrelata della realtà.

Vieni a celebrare con noi due giorni di convivi, danze, dibattiti, incontri, pratiche di consapevolezza, estasi …Per alimentare la gioia, il piacere e le infinite possibilità di evoluzione individuali e della coscienza collettiva che si dischiudono…

…sotto la superficie.

La Festa è riservata ai\alle primi\e 60 lettori e lettrici che prenoteranno la loro partecipazione eseguendo l’iscrizione cliccando al link in azzurro “Prenota ora” sottostante e seguendo le istruzioni che ti arriveranno via mail:

Prenota ora

 

CHI SIAMO:

Nadeshwari Joythimayananda

Incarna l’abbraccio tra Oriente e Occidente auspicato dai saggi dello scorso secolo: nasce in Sri Lanka e ha origini indiane, cresciuta in Italia ha acquisito la conoscenza dell’Ayurveda e dello Yoga in quanto tradizione di famiglia. Nei suoi viaggi in India si avvicina al Tantra Yoga incontrando Guru-ji Baswar Rajkumar con il quale pratica sadhana attraverso i mantra ed esplora gli insegnamenti di Mata Amritanandamayi e Ramana Maharshi.
In Asia fin da piccola apprende la danza del tempio Bharatanatyam che approfondisce da adulta diventando docente in Mystical Dance. Viene introdotta al canto classico indiano in stile Karnatik e Hindustani e allo Yoga del Suono da Patrick Torre.  In Europa incontra lo sciamanesimo dei Curanderos Maya di Vera Cruz ed è iniziata alla percezione della multidimensionalità della realtà. Dal 2013 si dedica al progetto di Danzando La Dea – Incontri di consapevolezza femminile. Dal 2015 è ideatrice e autrice di Matrika – Consciousness Development. Dal 2017 collabora con il progetto La Grande Via fondata dal Dott. Franco Berrino. Attualmente espande le conoscenze Vediche relative alla manifestazione della vita umana sulla Terra con la formazione in Terapia Prenatale e della Nascita di Dominique Degrangès.

 

Sabina Cesaroni

Il movimento è da sempre stato una linea guida, un percorso di ricerca affascinante ed istruttivo. Come danzatrice, coreografa, attrice ho potuto realizzare l’incantamento e la magia dello studio della tecnica e delle emozioni, della composizione delle forme e la complessa geometria del gesto. I molti viaggi in Oriente hanno, nel tempo, aperto ulteriori finestre a nuove sperimentazioni.Un cammino di unificazione e trasformazione, dall’immobilità al movimento nella ricerca continua dell’Unità e delle tradizioni del mondo.

E’ fondatrice e  parte delle European Grandmothers, consiglio di sagge attivo in Europa.

 

Franco Berrino

medico, epidemiologo, già direttore del Dipartimento di Medicina preventiva e predittiva dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Nella sua attività quarantennale di ricerca e prevenzione ha promosso lo sviluppo dei registri tumori in Italia e coordinato i registri tumori europei per lo studio della sopravvivenza dei malati (progetto EUROCARE). Ha coinvolto decine di migliaia di persone in studi sulle cause delle malattie croniche (progetti ORDET e EPIC). I risultati gli hanno consentito di promuovere sperimentazioni per modificare lo stile di vita allo scopo di prevenire l’incidenza e la progressione dei tumori (progetti DIANA). È autore, con Luigi Fontana, del bestseller La Grande Via.

 

Pietro Thea

Seguo le vie del Buddhismo e dello Yoga dagli inizi degli anni ‘80. Vivo la pratica contemplativa come un modo per riscoprire la meraviglia nelle esperienze ordinarie, un modo di essere più autentico, semplice e gioioso. Insegno Yoga dal 1995 e sono membro dell’Associazione Nazionale Insegnanti Yoga (YANI). Dal 2005 conduco seminari e ritiri di Meditazione di Consapevolezza Buddhista (Vipassana). Pratico trattamenti di Craniosacrale Biodinamico e sono membro di ACSI,  Associazione Craniosacrale Italia. Sono laureato in Matematica e ho un Diploma in Filosofia Orientale e Comparativa. Ho pubblicato il libro “Sedendo quietamente. Esperienze e riflessioni sul Buddhismo e sullo Yoga”. Sito Personale: www.sedendoquietamente.org

 

Riccardo Manzotti

Docente di filosofia teoretica alla IULM di Milano, filosofo, psicologo e ingegnere, dopo aver conseguito un dottorato di ricerca in robotica si è sempre dedicato allo studio delle basi fisiche della mente cosciente. E’ stato Fulbright Visiting Researcher presso l’MIT di Boston.

Ha pubblicato decine di articoli in riviste internazionali e numerosi volumi sul tema della coscienza tra i quali Coscienza e realtà(Il Mulino, 2001), L’esperienza (Codice, 2008).

Ha appena pubblicato due volumi su una nuova e radicale teoria della coscienza e della mente umana: Consciousness and Object(John Benjamin) e The Spread Mind (OR Books). http://www.orbooks.com/catalog/the-spread-mind/

Attualmente cura una serie di dialoghi a tema filosofico sul New York Review of Books.

Il suo lavoro è disponibile su www.consciousness.it.

 

Andrea Staid

Docente di Antropologia culturale e visuale presso la Naba, dirige per Meltemi la collana Biblioteca /Antropologia. Tra i suoi libri: I dannati della metropoli, Gli arditi del popoloAbitare illegale, Le nostre braccia, Senza confini una etnographic novel  e Contro la gerarchia e il dominio. È autore anche del saggio I senza Stato. I suoi libri sono tradotti in Grecia e Spagna, e adottati in varie facoltà universitarie.

 

Adriana Giammaria

Educatrice somatica sessuale, crede che il piacere è un nostro diritto di nascita e il benessere e l’educazione sessuale sono diritti umani fondamentali. La sua missione è dedicarsi a migliorare la qualità della vita sessuale e delle relazioni intime. Il cuore del suo approccio è creare una danza, che collega sensazioni erotiche (corpo) al cuore e al di là (spirito). Opera in due modalità, attraverso un lavoro esperienziale con il Massaggio tantra e attraverso un lavoro educativo con il Sexological bodywork. E’ la prima che pratica questa professione in Italia. Al primo posto nel suo lavoro pone sempre il rispetto – verso la persona e verso il suo corpo. Aspira a contribuire all’espansione della consapevolezza e della coscienza globale.

www.adrianagiammaria.com

 

Federico Catagnoli

Nato e cresciuto a Milano, nato nel 1988, ha una laurea in Scienze dei Beni Culturali e una in Arti Visive e Studi Curatoriali. Incarna il ruolo dell’artista visuale ma ha avuto anche esperienze di lavoro come assistente di galleria. Da sempre è stato attratto dalla scienza e dalle discipline orientali, entrambi elementi centrali nella sua ricerca artistica. E’un lettore e scrittore appassionato.

 

Cecilia Gautier

Accompagna le donne affinché possano avere le chiavi della loro salute intima, rispettare il loro corpo, e gestire la loro fertilità in modo naturale sia per l’aspetto contracettivo che procreativo. Dedita alla ricerca sul potenziamento della fertilità in modo naturale, e da anni studiosa della figura femminile e delle sue sfaccettature, viaggia in varie città europee per creare spazi d’incontro, d’informazione e di condivisione su questi argomenti. In consulenza aiuta la donna nel sostenere il dialogo con il proprio corpo e le sue capacità di autoguarigione attraverso un lavoro sullo stile di vita, il metodo sintotermico per la gestione naturale della fertilità e i trattamenti addominali Arvigo®.  www.lamandorla.eu

 

Jerry Diamanti

Spirito libero, vive da anni in antiche case in pietra tra il verde dei boschi e l’azzurro mare della Liguria. Dottore in Biologia, si dedica allo studio della natura della realtà. Si avvicina all’ Ortho-Bionomy di Arthur Pauls D.O. entrando in contatto con la filosofia taoista, la percezione dell’ energia, il contatto aurico e i principi di autoregolazione  degli esseri viventi. Incontra i saperi delle tradizioni di terapia manuale dei guaritori di Asia e Africa grazie agli insegnamenti di Jean Louis Jacquet D.O.  E’ facilitatore del Somatic Experiencing di Peter Levine Ph.D. ed ha approfondito gli studi sulla resilienza nell’essere umano con The Foundation for Human Enrichment. Si occupa da anni di mindbody healing e terapie orientate al corpo. Lavora in studio a Genova. Co-ideatore dello spazio di dialogo transculturale Matrika  Consciousness Development. Sito Personale  www.equilibrinaturali.net

 

Gaia Dunya Rai

 Danzo dunque sono. Da che sono nata sento il ritmo scorrere nelle vene e l’irreprensibile necessità di usare il corpo per un’espressione completa e profonda del mio essere. Grazie a una formazione umanistica, una continua ricerca delle bellezze del mondo approdo – dopo un’infanzia bel nutrita d’arte e passioni, tra cui danze e pianoforte – all’università e al contatto con la danza mediorientale; con essa cresco, evolvo nelle sue molteplici sfaccettature moderne e occidentali, reinterpretazioni di culture in transito, una passione e una forma d’essere in continua sperimentazione ma in costante, eterno sviluppo, dal 2001 ad oggi.

Ho ricevuto la formazione di base per il massaggio tradizionale Thailandese nell’antichissima scuola di Wat Po a Chiang Mai, nelle montagne del Nord, ente riconosciuto dal ministero della Sanità che da anni diffonde il sapere di questo interessante e benefico rituale in tutta la nazione. Ne conseguo il diploma, insieme ad un’altra formazione in massaggio sportivo / decontratturante presso la prestigiosa Spa Mantra di Itm, International Thai Massage, altra grande scuola dello stile del Nord dei massaggi thailandesi.

Nel 2019 affino le mie pratiche tornando a scuola, in Thailandia, studiando nuove tecniche e strumenti di benessere, che sarò lieta di condividere con voi.

 

Diana Voit

Operatrice Shiatsu e seguo gli insegnamenti di Shizuto Masunaga cercando di portare una Arte Antica ma vitale quanto mai nel nostro mondo contemporaneo.
Shi – Atsu è un nome coniato abbastanza recentemente, significa „pressione con le dita“. Accoglie e raccoglie una modalità di cura e di ascolto dell’essere umano nella sua interezza ponendolo in mezzo, a contatto con il mondo esterno ed interno. Attraverso il contatto, il tocco si può arrivare a questo ascolto di onde che decorrono lungo componenti corporei quanto alle vibrazioni che si snocciolano all’interno di un intreccio di meridiani.
Un continuo movimento. La disciplina, i trattamenti, il quotidiano, la nostra vita.
Ambizioso come progetto.
Ma prendo spunto dalle parole di Masunaga: „…mi piace pensare che i misteri irrisolti dei meridiani facciano parte della natura della vita umana ed un giorno vorrei comprenderne maggiormente i remoti e meravigliosi significati.“

 

Ivan Pisani

Fin dai primi anni della sua vita Ivan sente una forte spinta verso l’approfondimento del contatto come strumento di cura. Nel corso degli anni si scontra con un sistema scolastico che percepisce come inadeguato e di conseguenza porta avanti una ricerca personale che lo porta a confrontarsi con testi riguardanti principalmente spiritualità, nello specifico si sente vicino al Taoismo. Un momento fondamentale della sua vita è l’incontro con l’Ortho-Bionomy® che gli permette di sperimentare un approccio manuale basato sul principio del Tao. Attraverso gli insegnamenti di Alex Lattanzi e l’incontro con esperti da tutta Europa diventa operatore e successivamente insegnante di questa disciplina. www.ivanpisani.it

 

Andrea Ferralasco

All’età di  22 anni dopo il servizio civile , decide di fare un lavoro che abbia un senso sociale  e casualmente approda alla fisioterapia ;  diventa fisioterapista ma qui sente lo scarto tra la sua esperienza dell’uomo e quella meccanicista che studiava sui libri di medicina , e così si accosta alla medicina olistica che sente più vicina . Studia  la riflessologia,  l’osteopatia, la cromopuntura e la naturopatia . Attualmente lavora come libero professionista integrando  naturopatia ,  terapia manuale e  psicogenealogia.

 

Marta Filippini

Da alcuni anni per unire in un unico sistema le varie discipline apprese e da me utilizzate nella modalità di ascolto e di attivazione delle risorse di auto-guarigione presenti nell’individuo (Yoga, Shiatsu, Meditazione, Coaching, Normodinamica, Lavoro emotivo e corporeo) ho deciso di ideare un Metodo che ho chiamato “MetodoSoham” perché mette al centro noi stessi, chi siamo, da dove veniamo, quali sono le nostre radici e dove ci portano le nostre capacità; in particolare trovo efficace e piacevole il lavoro all’aria aperta e nel contatto con la Natura, per questo propongo camminate durante le quali dedicare spazio e tempo all’ascolto di sé e del proprio sistema di funzionamento per permetterci di stare meglio.

pg fb Marta Filippini-Metodo Soham

 

Silvia Mai

Insegnante Yoga, Gong performer Il primo incontro con la pratica dello yoga è avvenuto nel 2008 con Hatha Yoga e Yoga Nidra. I benefici a livello fisico, emotivo e spirituale non sono tardati ad arrivare con la pratica e da qui è nato l’impulso a voler approfondire sempre di più questa ricerca. Frequenta il Corso Triennale per la Formazione di Insegnanti Yoga e Meditazione presso S.s.d.r.l. Samadhi di Firenze (RYT500) e nel corso degli anni approfondisce vari aspetti della pratica, specializzandosi nell’insegnamento dello Yoga in Gravidanza e Post parto. Appassionandosi al suond journey e all’esperienza onirica del suono del Gong, decide di formarsi come Gong Master, pratica che integra con lo yoga e la meditazione. Nel corso di questi anni ha partecipato a varie esperienze formative, sia per quanto riguarda la pratica dello yoga, che la crescita personale e la ricerca spirituale, incontrando varie tradizioni: dalla filosofia Tantrica, alle pratiche dei Curanderos Maya di Vera Cruz, agli insegnamenti sul Divine Feminine e lo Shakti Yoga. Dal 2014 al 2018 ha collaborato con Eleonora Scotto nel progetto Elis Experience, offrendo collaborazione nell’organizzare e nel diffondere eventi, ritiri residenziali, corsi di formazione, esperienze legate allo yoga, alla danza, alla meditazione, all’uso della voce e di strumenti arcaici come i gong planetari e le campane tibetane, alla crescita e all’evoluzione personale. Attualmente, dopo aver insegnato in varie scuole di Firenze, ha deciso di aprire un suo spazio a Lastra a Signa, il Jala Yoga Studio.

 

Eleonora Scotto

Inizia a praticare Yoga nel 2002 e da allora continua ad approfondire la propria esperienza e pratica. Il suo amore per i viaggi l’ha portata a trascorrere del tempo in vari paesi dove ha avuto la possibilità di sperimentare diverse tradizioni spirituali frequentando formazioni con insegnanti da tutte le parti del mondo. Nel 2013 consegue le 500 ore di abilitazione all’ Insegnamento di Yoga Integrale; specializzandosi inoltre per l’ insegnamento di Yoga in Gravidanza, Yoga Bimbi e Yoga Trance Dance.Prosegue la sua ricerca personale attraverso l’ approfondimento e la partecipazione ad esperienze formative  tra cui  Shakti Dance, Shakti Yoga, gli insegnamenti sul Divine Feminine e le pratiche dei Curanderos Maya di Vera Cruz. Nel 2015 si forma come Gong Master. Dal 2014 al 2018 ha collaborato con Silvia Mai nel progetto Elis Experience, offrendo collaborazione nell’organizzare e nel diffondere eventi, ritiri residenziali, corsi di formazione, esperienze legate allo yoga, alla danza, alla meditazione, all’uso della voce e di strumenti arcaici come i gong planetari e le campane tibetane, alla crescita e all’evoluzione personale.  Insegna Yoga in Italiano ed Inglese. Attualmente si dedica allo Studio e Sviluppo della Voce e, a marzo 2018, si è formata come Gyrotonic Trainer.

 

 

La Mausolea:

Nel centro di Soci (AR), a pochi chilometri da Camaldoli, si alza la chiara facciata de La Mausolea, sede de La Grande Via. Una loggia a tre arcate scandisce lo spazio verticale della facciata, come tre sono le vie (cibo, movimento e meditazione) che scandiscono la salute. L’orologio in pietra nella loggia centrale e le due meridiane ci ricordano che il tempo trascorre senza eccezioni, modellando natura, corpo, mente e ambienti.

Come questo edificio storico, rimaneggiato più volte, e adattato negli anni ha conservato la sua antica forza ed eleganza, ugualmente il nostro corpo e la nostra mente possono affrontare le sfide del tempo ottimizzando le loro risorse e potenzialità. Scegliendo questo splendido edificio, un tempo sede della tenuta agricola camaldolense, La Grande Via lancia vari e chiari intenti: rispetto della tradizione, cura della terra e dei suoi prodotti, ricerca spirituale a fianco della ricerca scientifica tradizionale, amore per la natura e per il vivere dell’uomo all’interno di essa.

La Mausolea si trova al centro dell’Italia, perno ideale fra distanze territoriali del nostro paese, asse di una bilancia simbolica che vuole riportarci all’equilibrio. Nelle foreste del Casentino, nel silenzio di questa terra raccolta e intima, i visitatori potranno ritrovare una sensazione di armonia e pace.

 

SENZA PREZZO

L’unicità di Matrika Consciousness Development è esplicitata dall’assenza di relazioni mercificate tra le donne e gli uomini che le hanno dato vita. E’ il frutto della fiducia nelle relazioni, di un dono…

Il Gathering Matrika è aperto a tutti\e coloro che sono disponibili a partecipare attivamente alla sua organizzazione uscendo dalle dinamiche di servizio e separazione tra pubblico e relatori. Puoi contribuire allo spirito di solidarietà e sostegno reciproco che anima la festa con una donazione libera che sarà devoluta ad un gruppo di donne che si dedica da anni, al di fuori delle strutture burocratiche, al supporto di ragazze e donne migranti, oggi, in gravi difficoltà in Italia.

 

VITTO E ALLOGGIO

La due giorni è ospitata dall’Associazione La Grande Via che si occuperà del vitto e alloggio degli ospiti, le prenotazioni ed i dettagli dei costi degli stessi.

 

 

 

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  • Una pratica che incontra oriente e occidente

    Da pochi giorni si è concluso il ritiro estivo di Respirazione Olotropica e Meditazione Vipassana che io e Pietro Thea proponiamo due volte all’anno. E’ uno dei seminari che amo di più.

    Questi due metodi e la filosofia che li anima possono sembrare opposti, ma in realtà sono complementari, con prospettive e tecniche comparabili.

    Desidero parlare brevemente proprio di alcuni di questi aspetti.

    Come ho scritto in un precedente articolo su Matrika, la pratica della Respirazione Olotropica è stata creata negli anni ‘70 da Stanislav e Christina Grof, e si fonda sulle ricerche sulla natura della psiche effettuate da Grof stesso a partire dagli anni 50, all’inizio a Praga, sua città di nascita, e successivamente negli Stati Uniti, prima in un centro di ricerca nel Mariland, e poi ad Esalen in California.

    Grof è stato uno dei fondatori della Psicologia Transpersonale, ed è considerato uno dei principali successori di Freud e Jung.

    GLI STATI OLOTROPICI DI COSCIENZA

    Un punto chiave nel pensiero di Grof è il concetto di “Stati Non Ordinari di Coscienza”. L’idea è che la nostra concezione ordinaria della realtà, ciò che sperimentiamo nella vita quotidiana, si basa solamente su alcune capacità limitate della nostra mente, ma che abbiamo la potenzialità per entrare in stati di consapevolezza che mostrano la realtà come infinitamente più vasta e complessa di come la sperimentiamo ogni giorno.

    Grof ha ripetutamente verificato come alcuni Stati non Ordinari di Coscienza hanno un potenziale terapeutico ed euristico molto elevato, e li ha chiamati Olotropici, un termine che significa “muoversi verso la totalità, la completezza”, dal greco holos (tutto) e trepein (andare verso).

    Molte culture nel mondo e nella storia hanno studiato i metodi per entrare in questi stati: nella maggioranza utilizzano il respiro, il suono dei tamburi, la danza, il digiuno, l’uso di piante psicotrope.

    Un altro dei modi per entrare in uno stato olotropico di coscienza è la meditazione. Ormai da anni gli studi su monaci e praticanti avanzati di meditazione mostrano una chiara modificazione delle onde cerebrali e altri parametri fisici scientificamente misurabili.

    LA NASCITA DELLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

    Da quando l’LSD divenne illegale negli anni settanta e tutte le ricerche sui suoi effetti terapeutici vennero interrotte (di questo parlerò in un prossimo articolo), Grof e sua moglie Christina hanno sviluppato un metodo per indurre stati olotropici senza l’uso di sostanze psicotrope, basandolo sui risultati delle ricerche svolte con l’LSD, le pratiche sciamaniche, e le pratiche orientali di consapevolezza.

    Questo metodo, da loro chiamato Respirazione Olotropica, si basa sull’uso di rilassamento, respirazione profonda, e una colonna sonora composta di musiche etniche, preparata specificamente per sostenere l’esperienza e per facilitare l’accesso a stati non ordinari. In questi stati, la persona riesce ad entrare in strati profondi del proprio inconscio, per favorire la risoluzione di conflitti psichici, e sperimenta la propria interconnessione con gli altri esseri umani, con l’inconscio collettivo, con la rete della vita, e con un contesto spirituale.

    Alcune delle tecniche che i Grof hanno sviluppato, e il modo di vedere il mondo e la realtà che emergono da queste esperienze, riecheggiano le pratiche e gli insegnamenti Buddhisti.

    ORIENTE E OCCIDENTE SI INCONTRANO

    Prima di tutto, la RO condivide con la Meditazione Vipassana l’enfasi sul respiro.

    E’ importante notare che la centralità del respiro non è relativa esclusivamente all’aspetto di processo fisico che permette la vita, ma anche al suo significato simbolico di collegamento al regno dello spirito. Questo legame è profondamente radicato nel nostro linguaggio. Il termine latino spiritus si riferisce sia al respiro che all’anima o al principio vitale, la stessa cosa è vera per la parola greca pneuma, il termine cinese qi, il giapponese ki, il sanscrito prana e l’ebraico ruach. Nella Bibbia leggiamo:” E Dio creò l’uomo, ……..e soffiò nelle sue narici il respiro della vita; e l’uomo divenne un’anima vivente” (Genesi 2,7)

    Un altro principio fondamentale nella Respirazione Olotropica è “il guaritore interiore”. Con questo concetto si intende il fatto che ognuno di noi conosce spontaneamente ciò di cui ha bisogno per risolvere i propri conflitti interiori, e per andare verso la pienezza. Se andiamo abbastanza profondamente nel nostro inconscio, troviamo qualcosa di fondamentalmente buono, e che tende alla salute. Questo concetto è molto lontano da quello di peccato originale di cristiana memoria, ma è vicino alla nozione Indù di atman, la divinità interiore, concetto fondamentale anche nel Buddhismo Mahayana, al quale talvolta ci si riferisce come alla “natura Buddha”. Senza andare in sottili distinzioni non utili in questa sede, il punto focale è che sia il Buddhismo che la RO accettano il fatto che nel nucleo siamo “nati nobili” – cioè siamo buoni, e conosciamo ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare pienamente la nostra vita.

    Forse nessun principio è più fondamentale nel Buddhismo di quello di “interconnessione”, la nozione che noi siamo solamente una manifestazione transitoria di una rete infinita di realtà interdipendenti, sia materiali che spirituali, radicate nella realtà ultima del principio divino. Ogni cosa dipende da qualcos’altro per la sua esistenza, ed è in definitiva collegata con tutto ciò che è.

    La RO può permetterci di intravedere brevemente questa realtà anche esperienzialmente.

    LA MAPPA DELLA COSCIENZA

    La mappa della coscienza che Grof ha redatto sulla base di 50 anni di ricerca – forse il suo contributo più importante alla psicologia del profondo – elenca tre livelli fondamentali della nostra mente inconscia, che possiamo esplorare nel viaggio interiore.

    Il primo è personale, biografico, e contiene gli elementi della nostra esperienza di vita che giacciono al di sotto del livello della coscienza. E’ il medesimo di cui parla Freud.

    Il secondo è un livello più profondo che si incontra quando siamo in uno stato non ordinario, e sembra contenere le memorie della propria nascita, e viene chiamato “perinatale”. E’ stato esplorato per la prima volta in psicologia da Otto Rank.

    Attraverso l’esperienza del livello perinatale possiamo direttamente avere accesso ad un livello della psiche ancora più profondo, che Jung ha chiamato inconscio collettivo.

    Le profonde esperienze che possiamo fare a questo livello hanno importanza non solamente in ambito psicologico, ma per la nostra intera concezione di ciò che è la realtà.

    UN PRINCIPIO FONDAMENTALE

    Queste esperienze indicano chiaramente come la coscienza non è meramente un sottoprodotto di processi chimici o fisici nel cervello umano, perché in tali esperienze è possibile avere accesso ad elementi di consapevolezza che non erano entrati precedentemente nelle nostra vita biografica. Implica che la coscienza è un principio fondamentale dell’esistenza. Qualcosa che permea la realtà.

    E’ una visione coerente con le nozioni Buddhiste fondamentali: siamo connessi l’uno con l’altro, e con il resto di ciò che esiste non esclusivamente sul livello materiale, ma a livello della coscienza.

    Negli stati non ordinari, per esempio, le persone hanno provato che possono identificarsi per esempio con la coscienza di un antenato, o anche di un albero.

    Jack Kornfield, uno dei primi psicologi ad andare in oriente come monaco per studiare e praticare direttamente la meditazione Vipassana, scrive nella prefazione di un recente testo di Grof “che offre una psicologia per il futuro, che espande le nostre possibilità umane e che ci riconnette gli uni con gli altri e con il Cosmo….” E continua dicendo “ nel mio addestramento come monaco Buddhista sono stato introdotto per la prima volta alle potenti pratiche del respiro, ed ai regni visionari della coscienza. Mi sento fortunato a trovare nel lavoro di Grof un incontro potente per queste pratiche nel mondo Occidentale.”

    Grof e Kornfield hanno infatti condotto per anni un workshop noto come “Insight and Opening”, che combinava le tecniche della Meditazione Vipassana alla Respirazione Olotropica.

    Io e Pietro abbiamo partecipato più volte a quegli incontri, e abbiamo provato personalmente l’efficacia e il potere trasformativo di questi due metodi congiunti. Come Jack ha detto una volta, queste tecniche “contattano il luogo della propria saggezza interiore”, con una modalità simile in entrambe: portare l’attenzione alle immagini , ai pensieri ed alle emozioni che sorgono nella coscienza, sperimentarle pienamente, e poi, senza giudizio o analisi, lasciarle andare con gentilezza.

    Claudia Panico

    claudia@claudiapanico.com

    www.claudiapanico.com

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  • Una pratica che incontra oriente e occidente

    Da pochi giorni si è concluso il ritiro estivo di Respirazione Olotropica e Meditazione Vipassana che io e Pietro Thea proponiamo due volte all’anno. E’ uno dei seminari che amo di più.

    Questi due metodi e la filosofia che li anima possono sembrare opposti, ma in realtà sono complementari, con prospettive e tecniche comparabili.

    Desidero parlare brevemente proprio di alcuni di questi aspetti.

    Come ho scritto in un precedente articolo su Matrika, la pratica della Respirazione Olotropica è stata creata negli anni ‘70 da Stanislav e Christina Grof, e si fonda sulle ricerche sulla natura della psiche effettuate da Grof stesso a partire dagli anni 50, all’inizio a Praga, sua città di nascita, e successivamente negli Stati Uniti, prima in un centro di ricerca nel Mariland, e poi ad Esalen in California.

    Grof è stato uno dei fondatori della Psicologia Transpersonale, ed è considerato uno dei principali successori di Freud e Jung.

    GLI STATI OLOTROPICI DI COSCIENZA

    Un punto chiave nel pensiero di Grof è il concetto di “Stati Non Ordinari di Coscienza”. L’idea è che la nostra concezione ordinaria della realtà, ciò che sperimentiamo nella vita quotidiana, si basa solamente su alcune capacità limitate della nostra mente, ma che abbiamo la potenzialità per entrare in stati di consapevolezza che mostrano la realtà come infinitamente più vasta e complessa di come la sperimentiamo ogni giorno.

    Grof ha ripetutamente verificato come alcuni Stati non Ordinari di Coscienza hanno un potenziale terapeutico ed euristico molto elevato, e li ha chiamati Olotropici, un termine che significa “muoversi verso la totalità, la completezza”, dal greco holos (tutto) e trepein (andare verso).

    Molte culture nel mondo e nella storia hanno studiato i metodi per entrare in questi stati: nella maggioranza utilizzano il respiro, il suono dei tamburi, la danza, il digiuno, l’uso di piante psicotrope.

    Un altro dei modi per entrare in uno stato olotropico di coscienza è la meditazione. Ormai da anni gli studi su monaci e praticanti avanzati di meditazione mostrano una chiara modificazione delle onde cerebrali e altri parametri fisici scientificamente misurabili.

    LA NASCITA DELLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

    Da quando l’LSD divenne illegale negli anni settanta e tutte le ricerche sui suoi effetti terapeutici vennero interrotte (di questo parlerò in un prossimo articolo), Grof e sua moglie Christina hanno sviluppato un metodo per indurre stati olotropici senza l’uso di sostanze psicotrope, basandolo sui risultati delle ricerche svolte con l’LSD, le pratiche sciamaniche, e le pratiche orientali di consapevolezza.

    Questo metodo, da loro chiamato Respirazione Olotropica, si basa sull’uso di rilassamento, respirazione profonda, e una colonna sonora composta di musiche etniche, preparata specificamente per sostenere l’esperienza e per facilitare l’accesso a stati non ordinari. In questi stati, la persona riesce ad entrare in strati profondi del proprio inconscio, per favorire la risoluzione di conflitti psichici, e sperimenta la propria interconnessione con gli altri esseri umani, con l’inconscio collettivo, con la rete della vita, e con un contesto spirituale.

    Alcune delle tecniche che i Grof hanno sviluppato, e il modo di vedere il mondo e la realtà che emergono da queste esperienze, riecheggiano le pratiche e gli insegnamenti Buddhisti.

    ORIENTE E OCCIDENTE SI INCONTRANO

    Prima di tutto, la RO condivide con la Meditazione Vipassana l’enfasi sul respiro.

    E’ importante notare che la centralità del respiro non è relativa esclusivamente all’aspetto di processo fisico che permette la vita, ma anche al suo significato simbolico di collegamento al regno dello spirito. Questo legame è profondamente radicato nel nostro linguaggio. Il termine latino spiritus si riferisce sia al respiro che all’anima o al principio vitale, la stessa cosa è vera per la parola greca pneuma, il termine cinese qi, il giapponese ki, il sanscrito prana e l’ebraico ruach. Nella Bibbia leggiamo:” E Dio creò l’uomo, ……..e soffiò nelle sue narici il respiro della vita; e l’uomo divenne un’anima vivente” (Genesi 2,7)

    Un altro principio fondamentale nella Respirazione Olotropica è “il guaritore interiore”. Con questo concetto si intende il fatto che ognuno di noi conosce spontaneamente ciò di cui ha bisogno per risolvere i propri conflitti interiori, e per andare verso la pienezza. Se andiamo abbastanza profondamente nel nostro inconscio, troviamo qualcosa di fondamentalmente buono, e che tende alla salute. Questo concetto è molto lontano da quello di peccato originale di cristiana memoria, ma è vicino alla nozione Indù di atman, la divinità interiore, concetto fondamentale anche nel Buddhismo Mahayana, al quale talvolta ci si riferisce come alla “natura Buddha”. Senza andare in sottili distinzioni non utili in questa sede, il punto focale è che sia il Buddhismo che la RO accettano il fatto che nel nucleo siamo “nati nobili” – cioè siamo buoni, e conosciamo ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare pienamente la nostra vita.

    Forse nessun principio è più fondamentale nel Buddhismo di quello di “interconnessione”, la nozione che noi siamo solamente una manifestazione transitoria di una rete infinita di realtà interdipendenti, sia materiali che spirituali, radicate nella realtà ultima del principio divino. Ogni cosa dipende da qualcos’altro per la sua esistenza, ed è in definitiva collegata con tutto ciò che è.

    La RO può permetterci di intravedere brevemente questa realtà anche esperienzialmente.

    LA MAPPA DELLA COSCIENZA

    La mappa della coscienza che Grof ha redatto sulla base di 50 anni di ricerca – forse il suo contributo più importante alla psicologia del profondo – elenca tre livelli fondamentali della nostra mente inconscia, che possiamo esplorare nel viaggio interiore.

    Il primo è personale, biografico, e contiene gli elementi della nostra esperienza di vita che giacciono al di sotto del livello della coscienza. E’ il medesimo di cui parla Freud.

    Il secondo è un livello più profondo che si incontra quando siamo in uno stato non ordinario, e sembra contenere le memorie della propria nascita, e viene chiamato “perinatale”. E’ stato esplorato per la prima volta in psicologia da Otto Rank.

    Attraverso l’esperienza del livello perinatale possiamo direttamente avere accesso ad un livello della psiche ancora più profondo, che Jung ha chiamato inconscio collettivo.

    Le profonde esperienze che possiamo fare a questo livello hanno importanza non solamente in ambito psicologico, ma per la nostra intera concezione di ciò che è la realtà.

    UN PRINCIPIO FONDAMENTALE

    Queste esperienze indicano chiaramente come la coscienza non è meramente un sottoprodotto di processi chimici o fisici nel cervello umano, perché in tali esperienze è possibile avere accesso ad elementi di consapevolezza che non erano entrati precedentemente nelle nostra vita biografica. Implica che la coscienza è un principio fondamentale dell’esistenza. Qualcosa che permea la realtà.

    E’ una visione coerente con le nozioni Buddhiste fondamentali: siamo connessi l’uno con l’altro, e con il resto di ciò che esiste non esclusivamente sul livello materiale, ma a livello della coscienza.

    Negli stati non ordinari, per esempio, le persone hanno provato che possono identificarsi per esempio con la coscienza di un antenato, o anche di un albero.

    Jack Kornfield, uno dei primi psicologi ad andare in oriente come monaco per studiare e praticare direttamente la meditazione Vipassana, scrive nella prefazione di un recente testo di Grof “che offre una psicologia per il futuro, che espande le nostre possibilità umane e che ci riconnette gli uni con gli altri e con il Cosmo….” E continua dicendo “ nel mio addestramento come monaco Buddhista sono stato introdotto per la prima volta alle potenti pratiche del respiro, ed ai regni visionari della coscienza. Mi sento fortunato a trovare nel lavoro di Grof un incontro potente per queste pratiche nel mondo Occidentale.”

    Grof e Kornfield hanno infatti condotto per anni un workshop noto come “Insight and Opening”, che combinava le tecniche della Meditazione Vipassana alla Respirazione Olotropica.

    Io e Pietro abbiamo partecipato più volte a quegli incontri, e abbiamo provato personalmente l’efficacia e il potere trasformativo di questi due metodi congiunti. Come Jack ha detto una volta, queste tecniche “contattano il luogo della propria saggezza interiore”, con una modalità simile in entrambe: portare l’attenzione alle immagini , ai pensieri ed alle emozioni che sorgono nella coscienza, sperimentarle pienamente, e poi, senza giudizio o analisi, lasciarle andare con gentilezza.

    Claudia Panico

    claudia@claudiapanico.com

    www.claudiapanico.com

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  • Per rimanere in contatto con noi e ricevere informazioni sugli ultimi articoli, video, webinar ed iniziative pubbliche che proponiamo, lascia qui la tua email

    Sorry, this entry is only available in Italian.

  • Una pratica che incontra oriente e occidente

    Da pochi giorni si è concluso il ritiro estivo di Respirazione Olotropica e Meditazione Vipassana che io e Pietro Thea proponiamo due volte all’anno. E’ uno dei seminari che amo di più.

    Questi due metodi e la filosofia che li anima possono sembrare opposti, ma in realtà sono complementari, con prospettive e tecniche comparabili.

    Desidero parlare brevemente proprio di alcuni di questi aspetti.

    Come ho scritto in un precedente articolo su Matrika, la pratica della Respirazione Olotropica è stata creata negli anni ‘70 da Stanislav e Christina Grof, e si fonda sulle ricerche sulla natura della psiche effettuate da Grof stesso a partire dagli anni 50, all’inizio a Praga, sua città di nascita, e successivamente negli Stati Uniti, prima in un centro di ricerca nel Mariland, e poi ad Esalen in California.

    Grof è stato uno dei fondatori della Psicologia Transpersonale, ed è considerato uno dei principali successori di Freud e Jung.

    GLI STATI OLOTROPICI DI COSCIENZA

    Un punto chiave nel pensiero di Grof è il concetto di “Stati Non Ordinari di Coscienza”. L’idea è che la nostra concezione ordinaria della realtà, ciò che sperimentiamo nella vita quotidiana, si basa solamente su alcune capacità limitate della nostra mente, ma che abbiamo la potenzialità per entrare in stati di consapevolezza che mostrano la realtà come infinitamente più vasta e complessa di come la sperimentiamo ogni giorno.

    Grof ha ripetutamente verificato come alcuni Stati non Ordinari di Coscienza hanno un potenziale terapeutico ed euristico molto elevato, e li ha chiamati Olotropici, un termine che significa “muoversi verso la totalità, la completezza”, dal greco holos (tutto) e trepein (andare verso).

    Molte culture nel mondo e nella storia hanno studiato i metodi per entrare in questi stati: nella maggioranza utilizzano il respiro, il suono dei tamburi, la danza, il digiuno, l’uso di piante psicotrope.

    Un altro dei modi per entrare in uno stato olotropico di coscienza è la meditazione. Ormai da anni gli studi su monaci e praticanti avanzati di meditazione mostrano una chiara modificazione delle onde cerebrali e altri parametri fisici scientificamente misurabili.

    LA NASCITA DELLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

    Da quando l’LSD divenne illegale negli anni settanta e tutte le ricerche sui suoi effetti terapeutici vennero interrotte (di questo parlerò in un prossimo articolo), Grof e sua moglie Christina hanno sviluppato un metodo per indurre stati olotropici senza l’uso di sostanze psicotrope, basandolo sui risultati delle ricerche svolte con l’LSD, le pratiche sciamaniche, e le pratiche orientali di consapevolezza.

    Questo metodo, da loro chiamato Respirazione Olotropica, si basa sull’uso di rilassamento, respirazione profonda, e una colonna sonora composta di musiche etniche, preparata specificamente per sostenere l’esperienza e per facilitare l’accesso a stati non ordinari. In questi stati, la persona riesce ad entrare in strati profondi del proprio inconscio, per favorire la risoluzione di conflitti psichici, e sperimenta la propria interconnessione con gli altri esseri umani, con l’inconscio collettivo, con la rete della vita, e con un contesto spirituale.

    Alcune delle tecniche che i Grof hanno sviluppato, e il modo di vedere il mondo e la realtà che emergono da queste esperienze, riecheggiano le pratiche e gli insegnamenti Buddhisti.

    ORIENTE E OCCIDENTE SI INCONTRANO

    Prima di tutto, la RO condivide con la Meditazione Vipassana l’enfasi sul respiro.

    E’ importante notare che la centralità del respiro non è relativa esclusivamente all’aspetto di processo fisico che permette la vita, ma anche al suo significato simbolico di collegamento al regno dello spirito. Questo legame è profondamente radicato nel nostro linguaggio. Il termine latino spiritus si riferisce sia al respiro che all’anima o al principio vitale, la stessa cosa è vera per la parola greca pneuma, il termine cinese qi, il giapponese ki, il sanscrito prana e l’ebraico ruach. Nella Bibbia leggiamo:” E Dio creò l’uomo, ……..e soffiò nelle sue narici il respiro della vita; e l’uomo divenne un’anima vivente” (Genesi 2,7)

    Un altro principio fondamentale nella Respirazione Olotropica è “il guaritore interiore”. Con questo concetto si intende il fatto che ognuno di noi conosce spontaneamente ciò di cui ha bisogno per risolvere i propri conflitti interiori, e per andare verso la pienezza. Se andiamo abbastanza profondamente nel nostro inconscio, troviamo qualcosa di fondamentalmente buono, e che tende alla salute. Questo concetto è molto lontano da quello di peccato originale di cristiana memoria, ma è vicino alla nozione Indù di atman, la divinità interiore, concetto fondamentale anche nel Buddhismo Mahayana, al quale talvolta ci si riferisce come alla “natura Buddha”. Senza andare in sottili distinzioni non utili in questa sede, il punto focale è che sia il Buddhismo che la RO accettano il fatto che nel nucleo siamo “nati nobili” – cioè siamo buoni, e conosciamo ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare pienamente la nostra vita.

    Forse nessun principio è più fondamentale nel Buddhismo di quello di “interconnessione”, la nozione che noi siamo solamente una manifestazione transitoria di una rete infinita di realtà interdipendenti, sia materiali che spirituali, radicate nella realtà ultima del principio divino. Ogni cosa dipende da qualcos’altro per la sua esistenza, ed è in definitiva collegata con tutto ciò che è.

    La RO può permetterci di intravedere brevemente questa realtà anche esperienzialmente.

    LA MAPPA DELLA COSCIENZA

    La mappa della coscienza che Grof ha redatto sulla base di 50 anni di ricerca – forse il suo contributo più importante alla psicologia del profondo – elenca tre livelli fondamentali della nostra mente inconscia, che possiamo esplorare nel viaggio interiore.

    Il primo è personale, biografico, e contiene gli elementi della nostra esperienza di vita che giacciono al di sotto del livello della coscienza. E’ il medesimo di cui parla Freud.

    Il secondo è un livello più profondo che si incontra quando siamo in uno stato non ordinario, e sembra contenere le memorie della propria nascita, e viene chiamato “perinatale”. E’ stato esplorato per la prima volta in psicologia da Otto Rank.

    Attraverso l’esperienza del livello perinatale possiamo direttamente avere accesso ad un livello della psiche ancora più profondo, che Jung ha chiamato inconscio collettivo.

    Le profonde esperienze che possiamo fare a questo livello hanno importanza non solamente in ambito psicologico, ma per la nostra intera concezione di ciò che è la realtà.

    UN PRINCIPIO FONDAMENTALE

    Queste esperienze indicano chiaramente come la coscienza non è meramente un sottoprodotto di processi chimici o fisici nel cervello umano, perché in tali esperienze è possibile avere accesso ad elementi di consapevolezza che non erano entrati precedentemente nelle nostra vita biografica. Implica che la coscienza è un principio fondamentale dell’esistenza. Qualcosa che permea la realtà.

    E’ una visione coerente con le nozioni Buddhiste fondamentali: siamo connessi l’uno con l’altro, e con il resto di ciò che esiste non esclusivamente sul livello materiale, ma a livello della coscienza.

    Negli stati non ordinari, per esempio, le persone hanno provato che possono identificarsi per esempio con la coscienza di un antenato, o anche di un albero.

    Jack Kornfield, uno dei primi psicologi ad andare in oriente come monaco per studiare e praticare direttamente la meditazione Vipassana, scrive nella prefazione di un recente testo di Grof “che offre una psicologia per il futuro, che espande le nostre possibilità umane e che ci riconnette gli uni con gli altri e con il Cosmo….” E continua dicendo “ nel mio addestramento come monaco Buddhista sono stato introdotto per la prima volta alle potenti pratiche del respiro, ed ai regni visionari della coscienza. Mi sento fortunato a trovare nel lavoro di Grof un incontro potente per queste pratiche nel mondo Occidentale.”

    Grof e Kornfield hanno infatti condotto per anni un workshop noto come “Insight and Opening”, che combinava le tecniche della Meditazione Vipassana alla Respirazione Olotropica.

    Io e Pietro abbiamo partecipato più volte a quegli incontri, e abbiamo provato personalmente l’efficacia e il potere trasformativo di questi due metodi congiunti. Come Jack ha detto una volta, queste tecniche “contattano il luogo della propria saggezza interiore”, con una modalità simile in entrambe: portare l’attenzione alle immagini , ai pensieri ed alle emozioni che sorgono nella coscienza, sperimentarle pienamente, e poi, senza giudizio o analisi, lasciarle andare con gentilezza.

    Claudia Panico

    claudia@claudiapanico.com

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    Sorry, this entry is only available in Italian.

  • Una pratica che incontra oriente e occidente

    Da pochi giorni si è concluso il ritiro estivo di Respirazione Olotropica e Meditazione Vipassana che io e Pietro Thea proponiamo due volte all’anno. E’ uno dei seminari che amo di più.

    Questi due metodi e la filosofia che li anima possono sembrare opposti, ma in realtà sono complementari, con prospettive e tecniche comparabili.

    Desidero parlare brevemente proprio di alcuni di questi aspetti.

    Come ho scritto in un precedente articolo su Matrika, la pratica della Respirazione Olotropica è stata creata negli anni ‘70 da Stanislav e Christina Grof, e si fonda sulle ricerche sulla natura della psiche effettuate da Grof stesso a partire dagli anni 50, all’inizio a Praga, sua città di nascita, e successivamente negli Stati Uniti, prima in un centro di ricerca nel Mariland, e poi ad Esalen in California.

    Grof è stato uno dei fondatori della Psicologia Transpersonale, ed è considerato uno dei principali successori di Freud e Jung.

    GLI STATI OLOTROPICI DI COSCIENZA

    Un punto chiave nel pensiero di Grof è il concetto di “Stati Non Ordinari di Coscienza”. L’idea è che la nostra concezione ordinaria della realtà, ciò che sperimentiamo nella vita quotidiana, si basa solamente su alcune capacità limitate della nostra mente, ma che abbiamo la potenzialità per entrare in stati di consapevolezza che mostrano la realtà come infinitamente più vasta e complessa di come la sperimentiamo ogni giorno.

    Grof ha ripetutamente verificato come alcuni Stati non Ordinari di Coscienza hanno un potenziale terapeutico ed euristico molto elevato, e li ha chiamati Olotropici, un termine che significa “muoversi verso la totalità, la completezza”, dal greco holos (tutto) e trepein (andare verso).

    Molte culture nel mondo e nella storia hanno studiato i metodi per entrare in questi stati: nella maggioranza utilizzano il respiro, il suono dei tamburi, la danza, il digiuno, l’uso di piante psicotrope.

    Un altro dei modi per entrare in uno stato olotropico di coscienza è la meditazione. Ormai da anni gli studi su monaci e praticanti avanzati di meditazione mostrano una chiara modificazione delle onde cerebrali e altri parametri fisici scientificamente misurabili.

    LA NASCITA DELLA RESPIRAZIONE OLOTROPICA

    Da quando l’LSD divenne illegale negli anni settanta e tutte le ricerche sui suoi effetti terapeutici vennero interrotte (di questo parlerò in un prossimo articolo), Grof e sua moglie Christina hanno sviluppato un metodo per indurre stati olotropici senza l’uso di sostanze psicotrope, basandolo sui risultati delle ricerche svolte con l’LSD, le pratiche sciamaniche, e le pratiche orientali di consapevolezza.

    Questo metodo, da loro chiamato Respirazione Olotropica, si basa sull’uso di rilassamento, respirazione profonda, e una colonna sonora composta di musiche etniche, preparata specificamente per sostenere l’esperienza e per facilitare l’accesso a stati non ordinari. In questi stati, la persona riesce ad entrare in strati profondi del proprio inconscio, per favorire la risoluzione di conflitti psichici, e sperimenta la propria interconnessione con gli altri esseri umani, con l’inconscio collettivo, con la rete della vita, e con un contesto spirituale.

    Alcune delle tecniche che i Grof hanno sviluppato, e il modo di vedere il mondo e la realtà che emergono da queste esperienze, riecheggiano le pratiche e gli insegnamenti Buddhisti.

    ORIENTE E OCCIDENTE SI INCONTRANO

    Prima di tutto, la RO condivide con la Meditazione Vipassana l’enfasi sul respiro.

    E’ importante notare che la centralità del respiro non è relativa esclusivamente all’aspetto di processo fisico che permette la vita, ma anche al suo significato simbolico di collegamento al regno dello spirito. Questo legame è profondamente radicato nel nostro linguaggio. Il termine latino spiritus si riferisce sia al respiro che all’anima o al principio vitale, la stessa cosa è vera per la parola greca pneuma, il termine cinese qi, il giapponese ki, il sanscrito prana e l’ebraico ruach. Nella Bibbia leggiamo:” E Dio creò l’uomo, ……..e soffiò nelle sue narici il respiro della vita; e l’uomo divenne un’anima vivente” (Genesi 2,7)

    Un altro principio fondamentale nella Respirazione Olotropica è “il guaritore interiore”. Con questo concetto si intende il fatto che ognuno di noi conosce spontaneamente ciò di cui ha bisogno per risolvere i propri conflitti interiori, e per andare verso la pienezza. Se andiamo abbastanza profondamente nel nostro inconscio, troviamo qualcosa di fondamentalmente buono, e che tende alla salute. Questo concetto è molto lontano da quello di peccato originale di cristiana memoria, ma è vicino alla nozione Indù di atman, la divinità interiore, concetto fondamentale anche nel Buddhismo Mahayana, al quale talvolta ci si riferisce come alla “natura Buddha”. Senza andare in sottili distinzioni non utili in questa sede, il punto focale è che sia il Buddhismo che la RO accettano il fatto che nel nucleo siamo “nati nobili” – cioè siamo buoni, e conosciamo ciò di cui abbiamo bisogno per realizzare pienamente la nostra vita.

    Forse nessun principio è più fondamentale nel Buddhismo di quello di “interconnessione”, la nozione che noi siamo solamente una manifestazione transitoria di una rete infinita di realtà interdipendenti, sia materiali che spirituali, radicate nella realtà ultima del principio divino. Ogni cosa dipende da qualcos’altro per la sua esistenza, ed è in definitiva collegata con tutto ciò che è.

    La RO può permetterci di intravedere brevemente questa realtà anche esperienzialmente.

    LA MAPPA DELLA COSCIENZA

    La mappa della coscienza che Grof ha redatto sulla base di 50 anni di ricerca – forse il suo contributo più importante alla psicologia del profondo – elenca tre livelli fondamentali della nostra mente inconscia, che possiamo esplorare nel viaggio interiore.

    Il primo è personale, biografico, e contiene gli elementi della nostra esperienza di vita che giacciono al di sotto del livello della coscienza. E’ il medesimo di cui parla Freud.

    Il secondo è un livello più profondo che si incontra quando siamo in uno stato non ordinario, e sembra contenere le memorie della propria nascita, e viene chiamato “perinatale”. E’ stato esplorato per la prima volta in psicologia da Otto Rank.

    Attraverso l’esperienza del livello perinatale possiamo direttamente avere accesso ad un livello della psiche ancora più profondo, che Jung ha chiamato inconscio collettivo.

    Le profonde esperienze che possiamo fare a questo livello hanno importanza non solamente in ambito psicologico, ma per la nostra intera concezione di ciò che è la realtà.

    UN PRINCIPIO FONDAMENTALE

    Queste esperienze indicano chiaramente come la coscienza non è meramente un sottoprodotto di processi chimici o fisici nel cervello umano, perché in tali esperienze è possibile avere accesso ad elementi di consapevolezza che non erano entrati precedentemente nelle nostra vita biografica. Implica che la coscienza è un principio fondamentale dell’esistenza. Qualcosa che permea la realtà.

    E’ una visione coerente con le nozioni Buddhiste fondamentali: siamo connessi l’uno con l’altro, e con il resto di ciò che esiste non esclusivamente sul livello materiale, ma a livello della coscienza.

    Negli stati non ordinari, per esempio, le persone hanno provato che possono identificarsi per esempio con la coscienza di un antenato, o anche di un albero.

    Jack Kornfield, uno dei primi psicologi ad andare in oriente come monaco per studiare e praticare direttamente la meditazione Vipassana, scrive nella prefazione di un recente testo di Grof “che offre una psicologia per il futuro, che espande le nostre possibilità umane e che ci riconnette gli uni con gli altri e con il Cosmo….” E continua dicendo “ nel mio addestramento come monaco Buddhista sono stato introdotto per la prima volta alle potenti pratiche del respiro, ed ai regni visionari della coscienza. Mi sento fortunato a trovare nel lavoro di Grof un incontro potente per queste pratiche nel mondo Occidentale.”

    Grof e Kornfield hanno infatti condotto per anni un workshop noto come “Insight and Opening”, che combinava le tecniche della Meditazione Vipassana alla Respirazione Olotropica.

    Io e Pietro abbiamo partecipato più volte a quegli incontri, e abbiamo provato personalmente l’efficacia e il potere trasformativo di questi due metodi congiunti. Come Jack ha detto una volta, queste tecniche “contattano il luogo della propria saggezza interiore”, con una modalità simile in entrambe: portare l’attenzione alle immagini , ai pensieri ed alle emozioni che sorgono nella coscienza, sperimentarle pienamente, e poi, senza giudizio o analisi, lasciarle andare con gentilezza.

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