Siamo in viaggio.

Attraverso il corpo che ha visto la luce da grembo di madre e conoscerà la morte ricongiungendosi alla naturale semplicità degli elementi.

In viaggio, ospiti di un pianeta che viaggia. Tra infiniti universi oltre il concetto umano di tempo.

Essere il fulmine o l’onda del mare,

la lava incendiaria del vulcano o il fiore che si dona a svelare l’alba di un nuovo giorno.

Essere madre che da la vita o brama assassina che la recide,

colui che abusa indifferente o mano amorevole che accoglie.

 

Essere.

Io sono quello.

Ovuli e spermatozoi,

polarità che si fanno uno.

 

7.000.000.000 di esseri umani sul pianeta Terra: una specie che brucia, non posso credere…

 …”che l’umanità sia così stupida da morire come batteri, incrementando il nostro numero fino a soffocare tra i nostri stessi rifiuti velenosi” – Clinton Callahan 2015

Nel corso dei millenni la nostra specie è vissuta completamente immersa nella natura.

Per sopravvivere, infinite generazioni di umani, hanno basato le loro relazioni sulla capacità di lottare, procacciarsi cibo e sfuggire ai predatori.

L’immenso potenziale del nostro cervello deve essere stato a lungo a stretto contatto con una delle emozioni più forti che conosciamo: la paura.

Oggi sappiamo dalle neuroscienze che il sistema nervoso e le connessioni sinaptiche si modellano in base alle esperienze. Questo fenomeno fisiologico denominato neuroplasticità, deve aver generato i circuiti neurali dei nostri avi sotto un’immane spinta a combattere per evitare la morte.

Il pensiero potrebbe essere stato affilato per millenni da qualcosa di ben diverso dall’amore.

Anche per questo, forse, varie tra le culture del pianeta sono ancora oggi principalmente basate sulla violenza; la guerra e il dominio sono tutt’ ora strumenti su cui si fondano le relazioni tra individui e comunità.

 

Cogito ergo sum

Ad un certo punto della sua storia, in Occidente, l’uomo arriva ad identificarsi completamente con l’attività cognitiva della sua mente. Il mondo appare così riflesso attraverso la stretta lente del pensiero, funzione meravigliosa, ma indubbiamente limitata se scissa dall’insieme delle altre nostre facoltà.

Il progressivo distacco dal resto degli esseri viventi, avvenuto attraverso la civilizzazione e quello che viene superficialmente definito sviluppo, hanno portato ad una graduale dissociazione delle attuali generazioni urbanizzate, dal proprio corpo e da una percezione organica della realtà.

” La cura che ci si prende del corpo vivo prefigura il maquillage delle funeral homes, dal sorriso innestato sulla morte. Perchè tutto sta lì, nell’innesto. Non si tratta nè di essere, nè di avere un corpo. Innestato sul sesso, innestato sul proprio desiderio…Un’altra fissazione risponde a questa: l’essere innestati sul proprio cervello. Ciò che le persone contemplano sullo schermo del loro word processor è l’opera del loro stesso cervello. Non è più nel fegato o nei visceri, e neppure nel cuore o nello sguardo, che si cerca di leggere, ma semplicemente nel cervello.  J. Baudrillard 2000

L’atomizzazione e la parcellizzazione delle nostre esistenze ci ha resi estranei e indifferenti non solo al respirare e al battito del nostro cuore, ma anche alla realta’ in cui viviamo, a ciò che abbiamo tra le mani…

Da dove arriva l’energia elettrica che alimenta questo schermo? Una diga? Una centrale atomica? O da ben più sostenibili pannelli solari? E da quali miniere arrivano i componenti che li costituscono? E chi va a lavorare in quelle miniere per estrarli…Io? Te?

Kobane macerie

Alla radice

Nessun senso di colpa. Invece di rivolgere verso di noi questa enorme forza che può inaridire un’intera esistenza, vediamo come possiamo trasformarla in qualcos’altro.

Responsabilità. Torniamo a noi. Ma in un modo un po’diverso…

 

Un respiro profondo, poi, lascio l’attenzione scivolare a terra: la pianta dei piedi.

E ascolto. Ora. Mi do tutto il tempo del mondo e semplicemente, ascolto.

Un brulicare di sensazioni, micromovimenti, formicolii leggeri o onde.

Rimango in contatto con ciò che c’è, senza giudizio, senza aspettative.

Come se tornassi finalmente ad affacciarmi su un antico panorama, che, qualcosa in me, conosce già…

Vita.

Che scorre potente e può condurmi istantaneamente ad un altro livello di coscienza.

Le nostre sensazioni e i nostri corpi sono come l’acqua che fluisce nell’acqua.” – Tarthang Tulku

L’enterocezione, così viene definita scientificamente, si basa sulla nostra capacità di focalizzare la consapevolezza sulle percezioni interne del corpo.

“…Quando queste vengono integrate e ampliate dal nostro cervello mammifero emotivo e dalle nostre facoltà cognitive umane in modo organizzato, proviamo la pienezza della nostra eredità evolutiva…” – Peter Levine 1997

Insieme ai cinque sensi, (vista, olfatto, gusto, udito, tatto) e alla capacità di osservare la mente e non identificarsi solo con concettualizzazioni e reazioni automatiche che ci alienano dall’esperienza diretta, la percezione dei flussi d’informazione che arrivano dal corpo rappresenta un ponte sottile verso un’altra umanità.

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Ciclicità, un nuovo inizio…

L’uomo non è superiore alle altre forme di vita ma, semplicemente, è un sistema organico più complesso. La stretta interrelazione con il resto del cosmo rende triste e banale qualsiasi fantasia antropocentrica. Superato tale ingenuo retaggio filosofico, possiamo approdare su questa Terra a un più sereno presente.

Solo come individui chiari nel percepire i nostri bisogni reali, capaci di orientarci ed autoregolare gli istinti e la potenza delle emozioni, possiamo cogliere i nostri limiti ed evitare di prevaricare quelli degli altri esseri viventi.

Una moltitudine di esseri umani lucidamente connessa alla totalità del loro essere, consapevoli del loro enorme potenziale di crescita interiore ed empatica.

Un’umanità estranea ad ogni volontà di dominio, capace di riconoscersi come natura e di gioire della ricchezza di ogni istante.

 

Dal presente

Ogni istante

è il primo,

del resto della tua vita.

Questo

è il primo istante,

del resto della tua vita…

tu-bianco

 Jerry Diamanti

leviedolci@gmail.com

www.equilibrinaturali.net

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