3 righe, 24 parole…

Dirette a te ed al mondo: si tratta di una tracotante affermazione d’onnipotenza o di un disperato grido d’aiuto?

L’ultima settimana di Maggio del 2023, nel bel mezzo di una serie di catastrofi climatiche che si abbattono in varie parti del pianeta, mentre i politici delle vecchie strutture fondate sulla guerra, tra un proclama su Twitter, un ricevimento e una posa plastica per i fotografi, continuano ad alimentare l’antico abuso rituale tanto caro a noi devoti della delega democratica…  E milioni di umani perpetrano l’ascesa alla piramide sociale, ad “arricchirsi”, svilupparsi, crescere o immaginare di farlo, prendendo parte a strutture che sostengono la costruzione, il traffico di armi e la strage quotidiana chiamata economia nel contendersi ruoli, posizioni o risorse da sfruttare… Una lunga lista di firmatari internazionali sottoscrive questa semplice e sintetica dichiarazione pubblicata dal Center of AI Safety .

Mitigare il rischio di estinzione per mano dell’Intelligenza Artificiale (AI) dovrebbe essere una priorità globale, alla pari di altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare

Questa sarà immediatamente diramata nelle ore successive da numerosi media internazionali mainstream tra cui la CNN, il TimeScience e il New York Times.

Mentre in Italia, paese noto per la proverbiale libertà e pluralità dell’informazione, anche aziende come Repubblica e il Corriere della Sera, da anni lanciate nella propaganda delle meraviglie hi-tech della realtà “aumentata”, di un mondo smart fruibile attraverso  password, codici, pin, riconoscimenti facciali e lascia passare vari, danno spazio alla voce perentoria di questi premurosissimi uomini bianchi preoccupati per la nostra salute e per l’estinzione della vita sulla Terra.

Tra i firmatari i soliti noti ai vertici dell’ormai vecchia industria al silicone, ormai proiettata sull’innesto di nanochip direttamente nei cervelli umani, quelli che ci permettono ora di comunicare attraverso uno schermo profilando i nostri pensieri, i nostri desideri, le nostre emozioni… Di seguito solo alcuni nomi dalla lunga lista che puoi leggere sul documento originale in inglese: il CEO di OpenAI Sam Altman; il cosiddetto “padre” dell’intelligenza artificiale, Geoffrey Hinton; James Manyika vice presidente e altri alti dirigenti e ricercatori di Google DeepMind e Anthropic; Kevin Scott, Chief Technology Officer di Microsoft; Bruce Schneier, il pioniere della sicurezza e della crittografia su Internet; chiaramente non poteva mancare Bill Gates, noto filantropo da anni attivo per proteggere amorevolmente le sorti del pianeta Terra, ormai senza alcun interesse personale nelle traiettorie dell’economia globale.

Direi che non possiamo che essere d’accordo con loro… Questa è gente che ha in mano miliardi di dollari, euro, rubli, yen e valute che noi non possiamo neanche immaginare. Ogni loro parola è raffinatamente soppesata perchè può influenzare drasticamente i mercati finanziari generando piscine, yacht, effetti speciali, satelliti, grattacieli, spettacoli, stragi, profumi inebrianti e torture infinite.

Se se ne escono in maniera congiunta, superando l’aspra competizione che li divide nel contendersi l’universo, scegliendo la parola “mitigare” per definire le possibilità umane di intervenire rispetto all’estinzione ventura possibile, non possiamo far finta di niente.

Nel Settembre del 2017 su questo spazio libero e indipendente avevamo pubblicato un appello firmato da un centinaio di scienziati sul rischio allora considerato imminente dell’uso dell’intelligenza artificiale applicata a sistemi d’arma autonomi. Ma già da alcuni anni il filosofo Grégoire Chamayou, nel libro “Drone theory”, esortava a considerare il baratro aperto in varie aree del pianeta, dall’uso di droni comandati da remoto, in cui militari passano nel giro di poche ore dal lanciare un missile attraverso i dati letti comodamente da uno schermo, compiendo una possibile strage, ad accompagnare il proprio figlio ad una partita di calcio. Mentre dall’altra parte del mondo, in quello che seguendo i vecchi determinismi geografici chiameremmo ancora Pakistan nord-occidentale, testimoni in carne ed ossa dell’effetto delle nuove tecnologie, raccontavano “Ci sorvegliano costantemente; sono sempre sopra di noi e non si sa mai quando colpiranno“, “Tutti hanno continuamente paura. Quando ci riuniamo per fare una riunione abbiamo sempre paura di esere colpiti. Quando si sente un drone girare in cielo, tutti sanno che può colpire. Abbiamo sempre paura, come un chiodo fisso“…

Nel 2020 dopo essere stati testati per la sorveglianza dei confini armati dei paesi maggiormente arricchitisi dall’estrattivismo coloniale, come Europa, Usa e Israele, tra gli altri, dall’invasione di persone in fuga dalla guerra e dalla fame, i droni sono stati utilizzati per la sorveglianza delle popolazioni soggette ai lockdown pandemici. Per poi divenire tra i vettori principali degli attacchi nel conflitto tra Russia ed Ucraina di questi ultimi mesi.

Durante il Future Combat Air and Space Capabilities Summit che si è svolto recentemente a Londra, un esponente dell’esercito americano ha dichiarato che da tempo l’aeronautica militare statunitense studia l’uso dell’intelligenza artificiale applicato a droni e apparecchi dotati di armi letali: che nelle simulazioni qualcosa non va sempre secondo i piani e chi ci rimettere può essere anche lo stesso mandante delle stragi.

Se gli illuminati dell’economia mondiale scrivono 24 parole di comune accordo, probabilmente hanno scoperto ben altro.

E noi?

Il sistema nervoso umano di fronte ad esperienze sopraffacenti tende a proteggerci.

In questo momento qualcosa in te potrebbe avere voglia di smettere di leggere, fumare, guardare qualcos’altro sullo schermo, fare sesso o guardare della pornografia, mangiare, parlare male di qualcuno, mangiarsi le unghie, bere dell’alcool, andare a comprare qualcosa…

Bene. Fallo.

Per incontrare realmente il senso della parola estinzione, abbiamo bisogno, se non vogliamo sprofondare in un baratro di orrore, disperazione e frustrazione, di contattare qualcosa a cui non siamo state educate dalla cultura dominante.

Non lo possiamo fare da sole… O almeno, non nel modo esclusivamente pensato, scisso dal sentire vivo e pienamente empatico sviluppato dalle culture logocentriche attualmente egemonche.

Dobbiamo disinnescare la macchina, disarcionare l’ego incastrato nella volontà di dominio, curarne le ferite, cicatrizzare le gerarchie di valori costruite sul dolore e la sopraffazione. Riconoscere i privilegi sistemici e strutturali concessi dalle società  bulimiche e atrofiche alle quali siamo assuefatti.  

Abbiamo bisogno di contattare il senso di essere qui sulla Terra.

Quella vitalità che ci accomuna a tutti gli esseri viventi che ci sono stati e che ci saranno nonostante gli affari miliardari generati nell’ultimo secolo dai laboratori nucleari, quelli biotecnologici o delle nuove “intelligenze” artificiali.

Abbiamo bisogno di accogliere l’ineludibilità dello stato continuo di incertezza che contraddistingue ogni presente.

Tornare ad assaporarlo fino in fondo, quest’ultimo, nella sua accezione più immediata, come opportunità, come imprevedibilità da giocarci, come dono… 

Jerry Diamanti

leviedolci@gmail.com

Equilibri Naturali

 

Foto di Andy Kelly

 

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