Non possiamo rischiare di avere successo; non possiamo rischiare di fare tutto quello che intendevamo fare. Intendiamoci, è bellissimo realizzare le nostre aspirazioni, vedere accadere delle cose, sognare bei sogni, impiegare bene il nostro tempo… Ma il successo di cui parlo non è tanto il testo quanto il contesto, le modalità che imbrigliano, i modelli di comportamento che proibiscono e sono insensibili agli imperativi della perdita, del buon morire, del perdere terreno, del diventare-altro, dell’essere turbati, accolti e sconfitti dalle cose che ci eccedono. D’ora in poi, non possiamo rischiare una navigazione serena. Non possiamo rischiare l’arrivo, non possiamo rischiare di essere salvati se la nostra aspirazione è la trasformazione. Essere salvati significa restaurare una riconoscibilità, reinscrivere la formula del medesimo: questa è la stessa grammatica di chiusura indifferente coinvolta nel riscaldamento degli oceani, nella pandemia e persino nella ripetibilità ciclica degli attivismi contemporanei che aspirano alla giustizia…

Báyò Akómoláfé… Poeta, filosofo e psicologo di origine Yoruba, autore del libro  “Queste terre selvagge oltre lo steccato”, la cui opera è nota già da anni alle affezionate di Matrika Consciousness Development per alcuni suoi articoli che abbiamo pubblicato e per le sue collaborazioni  con Science And Nonduality (SAND), sarà di nuovo in Italia il prossimo Febbraio.

Condividerà con noi un percorso para-pedagogico, una libagione nelle crepe, una pragmatica dell’inutile, una opportunità per pensare insieme politiche dell’altrimenti anche là dove ogni linea di fuga sembrerebbe preclusa…

 

 

Tour in Italia a Febbraio

1 Febbraio: Black History Month a Torino,

2 Febbraio: Uni Bicocca a Milano,

3 Febbraio: Scuola Etno-sistemico-narrativa a Roma,

4 Febbraio: Terzo Paesaggio a Milano

Ogni incontro una variazione sul tema per declinare un’ecologia delle pratiche e per ricordare cosa possa significare “casa” fuori dall’illibertà sovrana mentre piangiamo e ridiamo con i nostri parenti umani e non umani in questa terra desolata.

La preposizione greca παρά ha molti significati: simile, oltre, al di là, contro.  Come prefisso para- è spesso usato come contrappunto al significato consolidato di una parola, di una pratica, di una disciplina. Come in paramedico (qualcosa che si aggiunge ma non sostituisce la medicina) paranormale (decisamente al di là del normale) paradossale (contrario all’opinione comune). Il para-pedagogico si riferisce ai contesti, ai paesaggi percettivi, alle dimensioni relazionali che aprono a un pensiero nel-mentre, a un pensiero in fuga, a un pensiero emergente sempre a partire da pratiche che attraversano i corpi e le menti al di là dei confini e delle categorie date.

 

 

1 Febbraio Torino

Due eventi :

Alle 16.30 al Museo Reale in piazzetta Relae 1, inaugurazione della Black History Month, con una conversazione che intreccia la riflessione su quali eredità e quali appartenenze  lasceremo  a figli e nipoti con il tema della nerezza come risorsa transrazziale, ricchezza eccedente le architetture della modernità coloniale.

Alle 20.30 alla libreria Trebisonda  via Sant’Anselmo 32 riprenderemo la conversazione con la presetazione di “Queste terre selvagge oltre lo steccato”  coadiuvati dalle lettura di Vesna Scepanovic

Non sono necessarie prenotazioni

 

2 febbraio Milano

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 14 Università  Bicocca edificio U6  IV piano  stanza 4152,

Pensieri diasporici

La storia della schiavitú è ricca di lezioni di resistenza, creolizzazione e fuga dall’ingiustizia – dai quilombo brasiliani all’undeground railroad

La “nerezza” (blackness) prima ancora che un paradigma identitario è sempre stata un eccesso relazionale  che la neuro-tipicità coloniale non è mai riuscita a domare. Ma che fare quando non c’è via di fuga, quando  le geopolitiche e la violenza di stati e imperi normalizano la distruzione e si rifiutano di disarmare il lutto? Come aggiornare le lezioni della “nerezza” immaginando un’ecologia di pratiche senza cedere a facili politiche identitarie né accettare l‘anestesia delle coscienze?

Come prendere posizione trovando linee di fuga da un’architettura sociale in cui le crepe diventano sempre più evidenti?

Per le Bell Hooks lectures del Dipartimento per le scineze umane della formazione conversazione aperta

Non sono necessarie prenotazioni

 

3 Febbraio Roma 

Dalle 10 alle 18 via Cesare Balbo 4 a

Il feticcio supremo della modernità è forse la nozione di individuo. Avulso da relazioni ecologiche, pixelato all’interno di uno spaziosensoriale e cognitivo funzionale ai ritmi imposti da una forma di economia divorante e cieca. Ma il feticcio non funziona più e lesoluzioni proposte continuano a far parte del problema. La salute non può fondarsi sul diniego dell’intreccio ferito con un pianetavivente, né l’idea di cura ridursi alla ricerca di rimedi palliativi per la crisi di una modernità che nessuna “soluzione finale” può“guarire” con una delirante formattazione di ciò che dev’essere normalizzato.

È invece nelle crepe della crisi che qualcosa di diverso può emergere.

Aggiungendo il prefisso ab (che indica il muoversi “da”) Báyò Akómoláfé  propone un pensiero “in fuga” dalla psicologia adattiva verso ecologie della salute e della cura in continua tensione verso un “altrimenti” fertile e animato.

La sessione mattutina proporrà un workshop  esperienziale,  quella pomeridiana elementi di riflessione e confronto.

E’ necessario iscriversi scrivendo  a  info@etnopsi.it (Tel.) +39 3317149736

Il seminario ha un costo di 80€

 (50€ per ex alliev* e partecipanti al gruppo   “Clinica della    crisi”).

Alcune borse di studio sono disponibili per facilitare l’accesso a persone fortemente motivate ma impossibilitatea seguire la giornata seminariale per difficoltà economiche.

 

 4 Febbraio Milano

Terzo Paesaggio, Padiglione Chiaravale, via San Bernardo 17

dalle 10 alle 17 accesso libero

Per un’ecologia delle pratiche  (piccolo festival para-pedagogico) 

Una intera giornata di piccole sperimentazioni e conversazioni per imparare e disimparare insieme. Terzo Paesaggio e Clinica della Crisi sono felici di ospitare nuovamente Báyò Akómoláfé a Chiaravalle.

E’ necessario iscriversi cliccando il link qui sotto

4 Febbraio Milano

 

A seguire alle 18 incontro ristretto per Clinica della Crisi, Vunja! e per chi ha seguito Bayo nelle varie tappe di questo e del suo tour precedente.

Chi è interessato  a quest’ultimo evento scriva a

fabrice.olivier.dubosc@gmail.com